I liquami scaricati sul lungomare Dante Alighieri a Trapani sono nocivi. Il tratto tra l’Hotel Cavallino Bianco e la Palestra Pinco è off-limit.
Lo ha deciso l’amministrazione comunale di Trapani dopo i risultati delle analisi dell’Arpa sui campioni di acqua prelevata nelle zone in cui vengono scaricati i liquami non depurati che arrivano da Trapani ed Erice.
La decisione è arrivata dopo settimane di segnalazioni, denunce e polemiche anche tra esponenti dell’opposizione in consiglio comunale e amministrazione. La storia dei liquami scaricati in mare va avanti da tempo. Ed è colpa della fatiscente rete fognaria di Trapani. In città da ormai un anno si registrano problemi alle condotte idriche e fognarie che hanno causato non pochi disagi ai residenti della zona vicina a via Marsala. Soprattutto in via Libica negli ultimi mesi si sono registrati dei guasti.
Per sistemare la rete fognaria ci vogliono circa 2,5 milioni di euro. Non tantissimi, ma introvabili per l'amministrazione Tranchida. Gli scarichi sul lungomare, infatti, sarebbero dovuti alle condizioni della rete fognaria nei pressi di via Libica. Durante le giornate in cui la rete in quel tratto si è guastata, per evitare fuoriuscite nelle zone abitate si sarebbe deciso di aprire le valvole e scaricare tutto in mare. Adesso arriva la chiusura dell'area.
Ad annunciare l’interdizione del tratto di lungomare incriminato è stato l’assessore all’ambiente della Giunta Tranchida, Ninni Romano.
“In riscontro alle allarmanti e per certi versi fuorvianti dichiarazioni politiche temerariamente diffuse di questi giorni, si chiarisce che tali citati risultati analisi pervenuti il 17.05.19 sono relativi agli esami effettuati dall'ARPA su un campione di acqua prelevato in data 17.03.19 nel sito definito "pennello" nel tratto di mare prospiciente la via Tunisi”.
Proprio quel campione ha evidenziato il superamento dei limiti di alcuni parametri. Romano precisa che “lo sversamento relativo a quella data è conseguente alla rottura della condotta che, sita in via Libica è adibita a convogliare i liquami provenienti dai comuni di Erice e Trapani al depuratore consortile”. Romano ha ammesso che “impedire al tempo lo sversamento a mare nel tratto sopra indicato equivaleva, diversamente, a determinare la fuoriuscita dei liquami per le vie cittadine”. Il minore dei mali, quindi. In caso di emergenza aprire le valvole e sversare in mare. Ma quel mare è diventato puzzolente e non proprio salutare. I risultati dell’Arpa hanno confermato questo, e l’amministrazione ha fatto “recintare” la zona.
Romano dice che la soluzione del problema è tra le priorità dell’amministrazione Tranchida, problema ereditato dal passato “insieme a tanti altri disastri”.
Qualche giorno fa, il 16 maggio per l’esattezza, in Prefettura si è tenuta una riunione con il Prefetto, i vertici delle forze dell’ordine e della Capitaneria di Porto e della Polizia Municipale, nonchè dirigenti, assessori e sindaco per fare il punto: “sono state acquisite le informazioni necessarie e sono state esposte le possibili soluzioni che richiederebbero una deroga del Governo Regionale e/o Nazionale di concerto con ATO idrico”.
Nel frattempo assicura Romano che l’amministrazione comunale di Trapani “aumenterà l'attenzione monitorando, con maggiore frequenza, il tratto di costa interessato e in caso di eventuali guasti alla condotta, oltre alle rituali comunicazioni agli organi competenti e all' affissione dei cartelli di divieto di balneazione, utilizzerà tutti i disponibili mezzi di comunicazione”.
L’intervento di Romano però non è piaciuto ai 5 Stelle e soprattutto alla consigliera Francesca Trapani.
L'unica parte politica che si è preoccupata di informare i cittadini su quanto accade periodicamente nel tratto di costa che oggi risulta interdetto, è stata quella del Movimento Cinque Stelle.
E leggere pubblicamente un documento ufficiale dell’ARPA , in cui è scritto che sono stati sversati reflui urbani non depurati e che trovare una soluzione è inderogabile per esigenze di tutela della salute pubblica, non è allarmismo.
E’ un dovere di informazione e trasparenza che pure non spetterebbe a me adempiere, ma all’Amministrazione che da questi cittadini è stata votata e dalla quale i cittadini avrebbero diritto di sapere cosa succede in tempi utili.
Né trovo rassicurante affermare che tanto le analisi si riferiscono allo sversamento del 17 marzo, tutt’altro! Il 17 marzo si è proceduto ad uno sversamento “di emergenza” ma né quel giorno, né negli episodi successivi che abbiamo documentato, è stato adottato alcun provvedimento di interdizione della balneazione o della pesca, con buona pace di esigenze di prevenzione e di tutela della salute pubblica! Oggi, ben due mesi dopo, si accusa il Movimento di facili allarmismi ma allo stesso tempo vengono interdetti 800 metri di costa “in via d’emergenza”!
Non abbiamo ben capito: le nostre sono dichiarazioni allarmanti, perché i risultati riguardano i campionamenti del 17 marzo ma “in via d’emergenza” (due mesi dopo), il 19 maggio vengono interdetti 800 metri di costa. E allora, forse, le nostre dichiarazioni non erano così temerarie.
O forse, la verità è che quella “emergenza” è in realtà un problema che persiste e la decisione, condivisibile, di interdire l’area lo dimostra.
Critico anche il movimento Diventerà Bellissima che però si dice disposto a collaborare.
“Chiariamo, anche per rispondere ad alcune domande, che l'Amministrazione non aveva scelta una volta appreso dell'esito degli esami dell'ARPA e ha dovuto transennare circa 600 mt di costa come prevede la legge di settore, ossia 300 mt a destra e 300 mt a sinistra rispetto al punto dello sversamento”. “Condividiamo - fanno sapere dalle parti di Diventerà Bellissima Circolo di Trapani - i frequenti monitoraggi del mare tramite l'ARPA al fine di tutelare la l'igiene e la salute pubblica - bene ricordiamo costituzionalmente tutelato ex art. 32 Cost. Invece per poter intervenire ipotizzando ipotesi solutorie, leggiamo di una non meglio precisata "deroga" che l'assessore Romano e l'amministrazione vorrebbero chiedere al Governo Regionale e/o Nazionale di concerto con l'ATO idrico”.
“Diventerà Bellissima, che è al governo della Regione, è pronta a collaborare per risolvere definitivamente la questione che riguarda un bene pubblico ed un interesse collettivo - spiega l'Avv. Vincenzo Maltese, dirigente regionale del movimento del presidente Musumeci. Siamo pronti a fare la nostra parte per risolvere definitivamente questo grave problema per la città, che causa oltre al danno ambientale e ai potenziali danni alla salute, anche un danno di immagine”. DB è pronta a sollecitare anche gli assessori regionali di espressione per un tavolo tecnico in cui affrontare il problema.