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23/05/2019 06:00:00

Elezioni europee, il voto in Sicilia. Lega bacchettata dai vescovi, Forza Italia litiga

 Ultimi giorni di campagna elettorale e non mancano le polemiche dentro la Lega e dentro Forza Italia.


Ad ammonire il comportamento del leader del Carroccio, Matteo Salvini, è il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero. L’uso del rosario e di immagini sacre durante i suoi comizi non è passato inosservato, lo slogan “Prima gli italiani” nemmeno.


E’ intervenuto nel dibattito politico proprio Mogavero, sostenendo che chi è con Salvini, sposandone la politica, non può essere un cristiano. Strumentalizzazione della fede politica per la campagna elettorale, è questa l’accusa che viene rivolta dalla Chiesa a Salvini.
Ad essere etichettato non solo il leghista ma anche tutti i suoi elettori che ne avallano la linea politica contraria, però, al messaggio evangelico. Una deriva, dice il vescovo, che se non fermata dividerà ancora di più il Paese.


In molti, dentro la Lega e non, hanno obiettato sostenendo che la Chiesa entra a gamba tesa nel dibattito politico, una sorta di orientamento al voto. Smentisce Mogavero che si dice disinteressato alle questioni politiche, ma indica la soluzione del problema dei flussi migratori con una politica europea e non sovranista: “ Non possiamo più stare zitti di fronte alle sparate di un ministro sempre più arrogante”.


Non è la prima volta che la Chiesa indica la strada da seguire, già in passato aveva giudicato e condannato il decreto sicurezza.
Anche il vescovo di Noto, Antonio Stagliano, ha voluto dire la sua su questa esibizione di simboli sacri: “Di certo non può interpretare il Vangelo e dare la posizione sull’accoglienza ai cristiani. Questo lo fa il Papa e la chiusura non è evangelica”.
A rispondere a Mogavero lo stesso Salvini sulla sua pagina ufficiale facebook, non alimenta le polemiche e lascia correre, in modo sarcastico.


E non sono mancate le repliche dalla classe dirigente locale. Bartolo Giglio responsabile provincia di Trapani ha sottolineato come sia cristiano e voti Lega: “Rispondiamo così al Vescovo Mogavero che ieri si è lasciato andare ad esternazioni su Salvini e sulla Lega non condivisibili. La Chiesa è comunità, dovrebbe essere unità, ma di fatto è composita. La nostra Chiesa resta vicina alle tesi più tradizionaliste di Papa Benedetto XVI ed è distante da quella che pensa Mogavero andando anche oltre la visione di Papa Francesco. Emergono in quel modo di fare comunità religiosa, obiettivi distinti e diversi che diventano compatibili con scelte anche economicamente utili, legate alla gestione di una grande parte dell'affare migrazioni in Italia. Questo interesse economico era pagato dalle tasche degli Italiani, Salvini ha avuto la capacità di intervenire con forza su tutto ciò e oggi arrivano le reazioni a questa scelta di governo della nazione”.


Giglio poi si sofferma sull’appoggio che a Mazara, alle ultime amministrative, Mogavero avrebbe dato ad una parte politica: “Di fatto ha sostenuto ragioni politiche trasversali che vanno da Forza Italia al PD, tenute assieme dall'esigenza di non mollare il potere e non certo dalla condivisione di valori…Le parole del Vescovo Mogavero non sposteranno un solo voto. Salvini indica valori cristiani a cui si ispira e diventano un messaggio di posizionamento per una Chiesa in atto divisa che va portata ad unità”.


Nervi tesi anche dentro Forza Italia, il 27 maggio ci sarà la resa dei conti, il partito è dilaniato in mille correnti e il suo commissario regionale, Gianfranco Miccichè, non perde occasione per regalare un momento di show politico. In un evento elettorale nel trapanese si è lasciato andare a qualche battuta di troppo su Gaetano Armao, attuale assessore regionale, definendolo un ex assessore solo perché è in appoggio al candidato europeo Salvatore Cicu. Livelli di tensione alta dentro il partito, Miccichè ha voluto una lista Palermo centrica e ha candidato Giuseppe Milazzo, su di lui punta per l’elezione al Parlamento europeo, dimenticando che Cicu è un deputato sardo uscente.


L’intenzione di Miccichè è quella di spingere su Nello Musumeci, presidente della Regione, per la sostituzione di Armao dopo le europee: “In Sicilia abbiamo un assessore regionale che vota per il sardo. Anzi, diciamo un ex assessore. Ma che ha fatto Cicu? È stato qui a Mazara? Si è interessato di qualche cosa? Non si è interessato manco della Sardegna, quindi della Sicilia se ne sta fottendo».
Il video ha fatto il giro del web, in prima fila i fedeli di Miccichè applaudono, ma Cicu è dentro il partito, la circoscrizione prevede proprio candidati in lista espressione delle due isole: Sicilia e Sardegna.


La lotta all’interno del partito è tra i due big candidati, da una parte Milazzo dall’altra Saverio Romano, l’affermazione del primo non scalfirebbe la leadership di Miccichè.
Il commissario azzurro si lancia in estemporanee umoristiche e poi è costretto a scuse pubbliche che sono arrivate il giorno dopo: “Scusa al mio amico Salvatore Cicu per aver usato parole poco cortesi nei suoi confronti”, per la foga con cui ho parlato di un nostro assessore che fa terrorismo sugli altri candidati. Cicu non merita queste critiche perchè è un valido eurodeputato».


Cicu chiede a Miccichè che le scuse vengano estese ad Armao, che al momento non ha commentato.
Momenti di bassa politica si alternano alla ricerca di un consenso non sui programmi ma sulla denigrazione di compagni di partito che dovrebbero avere il solo obiettivo di portare il partito a ottime percentuali, invece è guerra su una presunta riconferma di leadership regionale.