Era la notte tra il 26 e il 27 maggio 1993. La notte che Firenze non ha mai scordato e che non potrà mai scordare. Un'autobomba esplose in via dei Georgofili, di fianco alla Galleria degli Uffizi uccidendo 5 persone. Ventisei anni dopo, il capoluogo toscano ricorda quell'attentato di mafia, mentre la giustizia è ancora alla ricerca di alcuni pezzi di verità.
È da poco passata l'una di notte di giovedì 27 maggio 1993 quando l'incubo delle stragi di mafia torna sull'Italia. All'1.04 viene fatto esplodere un furgone Fiat Fiorino imbottito di tritolo, parcheggiato in via dei Georgofili, a poca distanza da piazza della Signoria e dalla Galleria degli Uffizi. Firenze trema, il boato risuona in ogni angolo della città. Un minuto dopo crolla la Torre delle Pulci, sede dell'Accademia dei Georgofili. All'interno c’è l’abitazione del custode, una famiglia di 4 persone. Molti edifici circostanti prendono fuoco, la gente inizia a scappare in strada. Pochi minuti dopo arrivano i soccorsi. Dopo ore di lavoro si contano cinque morti. Si tratta dei coniugi Fabrizio Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (36 anni), con le loro figlie Nadia (9 anni) e Caterina (50 giorni di vita), e dello studente Dario Capolicchio (22 anni). Oltre alle vittime si registrano anche 48 feriti. Non solo. L'attacco danneggia gravemente anche alcune sale degli Uffizi e il Corridoio Vasariano: il 25 per cento delle opere custodito nella Galleria viene danneggiato.
A ventisei anni di distanza le oscure ragioni di quella strategia terroristica, che oltre Firenze colpì Roma e Milano, sono state quasi del tutto individuate: gli uomini che azionarono le autobombe in nome e per conto di Cosa Nostra, e chissà per quali altri mandanti, volevano costringere lo Stato a far marcia indietro sul ‘carcere duro’ per i boss mafiosi e sulla legge sui pentiti.
Il Comune di Firenze (che è stato parte civile in tutti i processi) anche quest’anno ha ricordato l’attentato insieme alla Regione Toscana, al Ministero dell’Istruzione, la Città metropolitana e all’Associazione tra i familiari delle vittime di via dei Georgofili con una serie di iniziative cominciate domenica mattina nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della giunta regionale, dove il liceo scientifico ‘Leonardo da Vinci’ di Firenze ha presentato un documentario sulla strage realizzato dai ragazzi. Nel pomeriggio è stata la volta del convegno ‘Antimafia, antiterrorismo’.
Alle 21 la commemorazione vera e propria: in Palazzo Vecchio i ragazzi del Liceo Leonardo da Vinci si sono esibiti in una performance musicale, quindi il saluto delle istituzioni, l’intervento dell’associazione ‘Tra i familiari’ e la messa in scena dei ‘Pagliacci’ di Leoncavallo. Nel Cortile di Michelozzo, la mostra dell’agenzia Ansa realizzata in occasione del ventesimo anniversario della strage e rieditata in questi giorni.
All'una di notte un corteo formato dai gonfaloni del Comune di Firenze, della Città metropolitana e della Regione Toscana, con i labari delle associazioni di volontariato (era presente anche Matteo Renzi), ha reso omaggio alle vittime andando a deporre una corona di alloro sul luogo dell’attentato, nell'ora esatta in cui la bomba esplose.
Questa mattina, alle 8.30, il gonfalone della Città di Firenze ha reso omaggio alla famiglia Nencioni nel cimitero della Romola, frazione del comune di San Casciano in Val di Pesa. Erano originari di quel paese e lì sono sepolti. Mezzora dopo, alle 9, un cuscino di rose è stato deposto sulle tomba di Dario Capolicchio nel cimitero di Sarzanello a Sarzana, in Liguria.