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29/05/2019 09:00:00

Dopo il flop alle elezioni Cinque Stelle isolati, e parlano come Craxi e Berlusconi...

 Cinque Stelle isolati dopo la batosta alle Europee. Non solo infatti hanno perso le elezioni in Italia, ma i loro alleati in Europa non sono riusciti ad eleggere quasi nessuno. Morale: i Cinque Stelle non contano nulla in Europa e non hanno neanche un gruppo parlamentare, quindi cercheranno ospitalità nei Verdi.

Spiega Repubblica: "Busseranno più forte alla porta dei Verdi. Pregando, letteralmente, di poter entrare nel loro gruppo in Europa. L’ultima volta che il Movimento 5 stelle ci aveva provato, quando l’alleanza con il leader dell’Ukip Nigel Farage era diventata impossibile da sostenere, i suoi parlamentari si erano visti rispondere: «Assolutamente no». 

A Strasburgo, i 9 europarlamentari M5S riconfermati lo chiamano “piano B”. E lo stanno spiegando ai 5 nuovi arrivati. Bisogna tentare di entrare in uno dei gruppi che non ha una delegazione italiana al suo interno, quindi l’Alde (i liberali di Emmanuel Macron, e dopo il tentato accordo con i gilet gialli ci vuole coraggio solo a pensarlo); il Gue, l’estrema sinistra, con cui nulla hanno in comune; o appunto i Verdi, che potrebbero servire a rispolverare un po’ di vecchi simboli identitari, ma con i quali trattare non sarà affatto facile
Il Movimento paga, in Europa come in Italia, la mancanza di un’identità. Senza un gruppo (per formarlo servono 7 nazionalità e almeno 25 eurodeputati) a Strasburgo è impossibile lavorare. 

Ma ci sono cose sorprendenti. Come le dichiarazioni di queste ore. Scrive Sebastiano Messina: "Le parole di Giuseppe Conte o di Luigi Di Maio hanno improvvisamente un suono familiare per il vecchio cronista. Il premier, per esempio, ha scoperto le «cabine di regia», che furono inventate un quarto di secolo fa da Bettino Craxi. Il vicepremier grillino invoca invece una «fase 2» del governo, forse senza sapere che anche l’odiato Cavaliere usò questa formula per il suo esecutivo, dieci anni fa. E chiede anche a Salvini un «vertice di governo», ignorando che prima che lui nascesse proprio quello era il rito canonico del pentapartito Dc-Psi-Pri-Psdi-Pli, un summit a Palazzo Chigi per accontentare l’alleato che reclamava una fettina più grande della torta del potere. Non solo, ma anche l’argomento principe del borbottio dei grillini scontenti è il «doppio incarico» (nel
partito e nel governo) che prima di essere rinfacciato a Di Maio fu contestato a Renzi nel 2014, e prima di lui a Ciriaco De Mita nel 1988 e addirittura ad Amintore Fanfani nel 1958. Ed è tutto un po’ surreale, perché ormai pochi si illudevano di sentir ancora risuonare la parola «streaming», ma nessuno credeva che bastasse una sconfitta per far tornare di moda il lessico di «quelli di prima».

E infine c'è il capolavoro di Morra, che propone una "tavola quadrata". Avete capito bene. Ecco cosa dichiara il presidente della commissione antimafia, è tutto vero: "Il Movimento è dialogo e confronto. La mia proposta è di trovare 5 o più componenti del Movimento, scelti con tutti gli attivisti, in grado di trovare la sintesi fra tutti noi, eletti e non”. Il presidente della Commissione parlamentare antimafia continua: “Possiamo indicare una strada che può essere accettata domani in assemblea: li possiamo chiamare i “cavalieri della tavola quadrata” per evitare rimandi ad esoterismi”.