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29/05/2019 06:00:00

Sicilia. Chi va e chi resta. Il Governo Musumeci verso il rimpasto

 Il 10 giugno prossimo sarà la data che cambierà gli equilibri della giunta regionale, presieduta dal presidente Nello Musumeci.


L’appuntamento è importante perché si celebrerà un momento di ricordo del compianto assessore Sebastiano Tusa, ai Beni Culturali.
Non si aspetterà oltre, lo dice il governatore, che ha intenzione di cambiare passo e soprattutto di non lasciare i siciliani senza le riforme tanto auspicate.
Chi potrebbe lasciare? Il primo dato è quello delle elezioni europee, si opererà seguendo i numeri e a lasciare il posto in giunta potrebbe essere qualcuno degli assessori in quota Autonomisti e Popolari, come Toto Cordaro o Roberto Lagalla e UDC, Alberto Pierobon e Mimmo Turano.


A chiedere maggiore peso politico è, invece, Forza Italia. La competizione appena conclusa consegna un partito sopra la media di quello nazionale, in arrivo al posto di Giuseppe Milazzo, eletto a Bruxelles, c’è Totò Lentini. I forzisti insieme a Sicilia Futura e al sindaco di Messina, Cateno De Luca, chiederanno in giunta una rappresentanza in più, il nome è quello di Giuseppe Picciolo, ex Pd.


A farlo intendere è lo stesso Miccichè con una nota stampa dove ringrazia l’apporto di Saverio Romano che ha consentito al partito di arrivare al 17%: “L’obiettivo, pienamente centrato, era rappresentare un modello di polo moderato e il successo elettorale di Forza Italia è da ascrivere al successo di questo modello”. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’apporto dell’UDC, di Sicilia Futura, di Saverio Romano e Cateno De Luca, dei Popolari e Autonomisti e di tutte le altre forze che hanno aderito a questo progetto. Adesso è giunto il momento di sedersi attorno ad un tavolo e dare corpo a questo nuovo polo moderato, andando anche al di là delle forze politiche che componevano la lista di FI. Così come auspicato dal presidente Musumeci è necessario strutturare un soggetto moderato che sia interprete delle istanze territoriali, liberali, europeiste e che stia a sinistra di Salvini e non alla sua destra”.


Gianfranco Miccichè ha consolidato la sua leadership, i dissapori con il vice presidente della Regione, Gaetano Armao, sono forti tanto da spingere per la rimozione dello stesso.


La questione è seria, ad elezioni concluse Musumeci potrebbe scegliere anche, consultandosi con i suoi fedelissimi di Diventerà Bellissima, Ruggero Razza in testa, di aprire la maggioranza alla forza leghista siciliana, secondo partito per voti alle europee. La Lega all’ARS è debole, un solo deputato, Rizzotto, ma i quadri nazionali pare stiano già lavorando per l’allargamento del gruppo e quindi trovare spazio in giunta. Operazione questa non immediata.


E poi c’è ancora la poltrona vuota di Tusa, in arrivo un altro tecnico, esperto della materia.
In uscita dalla giunta c’è Sandro Pappalardo, al Turismo, dopo essere stato nominato all’Enit, Agenzia nazionale del turismo.