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30/05/2019 07:00:00

Cisl: infrastrutture bloccate, la Sicilia rischia di perdere i fondi Ue

Dodici miliardi di opere infrastrutturali da sbloccare che, se non affidate mediante gare nel giro di due anni, svaniranno nel nulla. Con la revoca degli stanziamenti di Bruxelles. L'allarme è stato lanciato dal segretario regionale della Cisl, Sebastiano Cappuccio, nel corso della presentazione di «Connettere la Sicilia», il dossier del sindacato regionale sulle infrastrutture all'ex Arsenale di Palermo ed al quale ha partecipato anche la segretaria nazionale, Annamaria Furlan. Il dibattito è stato moderato da Lino Morgante, direttore editoriale dei quotidiani Gazzetta del Sud e Giornale di Sicilia. Una rete di infrastrutture, nota il sindacato nelle 234 pagine del rapporto «che somiglia più ad un groviera» con tanti buchi.

Situazione di stallo in molti cantieri con «con 268 opere bloccate o in difficoltà per 4,7 miliardi». Urgenti sarebbero l'anello autostradale Gela-Agrigento-Castelvetrano per il quale «si sta avviando solo ora con colpevole ritardo» la progettazione di fattibilità tecnica ed economica, ad alcuni assi come la Agrigento-Caltanissetta e la Palermo-Agrigento «per il cui completamento mancano lavori per 200 milioni complessivi oltre alla ricerca di soluzioni adeguate per pagare fornitori e creditori dell'impresa in crisi». C'è anche l'anomalia del Cas che per Cisl, Fit e Filca regionali è «assai singolare»: «Un ente pubblico non economico che produce ricchezza grazie agli incassi dei pedaggi che riscuote per i 222 chilometri di autostrade che tiene in portafoglio. Ma chiude da sempre in passivo i propri bilanci né riesce a destinare risorse alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle arterie autostradali che formalmente cura».

Nonostante gli ingenti stanziamenti finanziari e gli obiettivi fissati nel decreto Sblocca Italia (164/2014), «non è stato ancora avviato alcun progetto» riguardo alla velocizzazione e al raddoppio del binario della ferrovia Palermo-Catania, «ad eccezione del tratto Bicocca-Catenanuova». «Occorre sbloccare - si legge - il raddoppio della tratta Messina-Catania e ripristinare il collegamento ferroviario interrotto, dal 2011, tra Palermo e Trapani via Milo». E a mezz'aria restano l'anello ferroviario e il passante ferroviario di Palermo e Catania: «chiudere queste storie una volta per tutte è indispensabile», insistono alla Cisl.

Sarebbe opportuna, sottolinea il libro bianco Cisl, «la creazione di due grandi hub nell'Isola» che abbiano in Palermo a ovest e Catania a est, i due poli del sistema. Secondo le previsioni entro i prossimi dieci anni il traffico totale degli aeroporti dell'Isola toccherà quota 28 milioni di passeggeri, dieci in più degli attuali.

Dal 2016 la governance del settore è affidata a due Autorità di sistema: per la Sicilia occidentale (Palermo, Trapani, Porto Empedocle e Termini Imerese) e per la Sicilia orientale (scali di Augusta e Catania). Da qualche mese, anche all'Autorità di sistema dello Stretto di Messina a cui fanno capo i porti di Messina e Milazzo per la Sicilia e Reggio e Villa San Giovanni per la Calabria. Ma l'economia siciliana degli scambi via mare passa anche, si legge nel dossier Cisl, «per lo sviluppo dei due interporti dell'Isola: Termini Imerese da realizzare, Catania Bicocca da completare».

Per Cisl, Fit e Filca siciliane, è un'infrastruttura ferroviaria e stradale «la cui realizzazione sarebbe utile e necessaria». Per Furlan in tema di infrastrutture a livello nazionale «ci sono 80 miliardi stanziati, fermi. E 400 mila posti di lavoro bloccati per i tanti italiani che sono in cerca di lavoro». «Abbiamo chiesto l'istituzione, a Palazzo D'Orleans, di una cabina di regia interassessoriale», ha detto Cappuccio, «pensiamo possa essere uno strumento strategico, non solo nella logica della ricostruzione ma anche dell'organizzazione e della programmazione dello sviluppo in rete». Prima di Furlan, è intervenuto l'assessore regionali ai Trasporti, Marco Falcone: «Abbiamo chiesto all'Anas di attivare entro il 2022 opere per una spesa complessiva di 1,2 miliardi. E anche di riaprire a settembre, facendo ricorso pure ai turni di notte, il viadotto Himera crollato nel 2014». Per il vicepresidente della Regione, Gaetano Armao «tutto quello di cui abbiamo parlato s'incrocia con la grande questione dei tempi dei procedimenti aministrativi». E su questo qualche giorno fa l'Ars ha approvato una importante riforma, tanto che «oggi la Sicilia ha la legge sulla semplificazione e la trasparenza, più avanzata d'Italia»