Bruciano i rifiuti della cave di via Cb 26 a Campobello di Mazara.
Una combustione durata giorni, nonostante i ripetuti interventi dei vigili del fuoco.
Fumano ancora, nonostante una pala meccanica del comune abbia provveduto ad interrarli.
E’ una delle contraddizioni più eclatanti in una città che sembra essere proiettata verso il futuro, con l’ordinanza del sindaco Giuseppe Castiglione che, dal 16 luglio trasformerà Campobello in un comune “Plastic Free”: vietata la vendita e l’uso di piatti, bicchieri, posate, cannucce e sacchetti di plastica non biodegradabili. E per i trasgressori arriveranno le multe, da 50 a 500 euro.
Ma il problema dei roghi di rifiuti, soprattutto plastici, secondo alcuni residenti assilla il quartiere campo sportivo da oltre 35 anni.
Si tratta di un’area privata che risulterebbe sequestrata, ma ancora non recitata e non videosorvegliata.
E con l’arrivo dell’estate gli incendi sarebbero destinati ad aumentare, anche se, come negli anni passati, il comune ha disposto la scerbatura dei terreni. Operazione che a volte, se realizzata con il fuoco non controllato, potrebbe produrre ulteriori incendi.
L’amministrazione di Campobello di Mazara aveva già nei mesi scorsi, imposto il divieto di utilizzo di sacchetti neri per l’indifferenziata, e “Anche con questa nuova iniziativa – ha affermato una settimana fa il sindaco Castiglione - intendiamo compiere un ulteriore passo nel cammino virtuoso intrapreso verso una sempre maggiore civiltà”.
Ma il fenomeno dei roghi di rifiuti nel quartiere campo sportivo va avanti da decenni e col suo fumo nero adombra il futuro di una Campobello “Plastic Free”.
Egidio Morici