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07/06/2019 14:28:00

Mafia, chiesto un secolo e mezzo di carcere per il clan Messina Denaro

  Oltre un secolo e mezzo di carcere è stato chiesto, al termine della requisitoria fiume, dalla Dda di Palermo per 14 imputati, considerati boss e gregari della mafia vicini al clan del latitante Matteo Messina Denaro, coinvolti nell’operazione antimafia ‘Annozero’. Il processo si celebra con il rito abbreviato nell’aula bunker del carcere palermitano di Pagliarelli, davanti al gup, Cristina Lo Bue. Altri diciotto imputati hanno chiesto e ottenuto il rito ordinario davanti al Tribunale di Palermo. Alla sbarra anche Rosario Allegra, marito di Giovanna Messina Denaro, sorella del boss, che al momento è ricoverato in gravi condizioni in ospedale.

Le richieste più alte sono quelle avanzate nei confronti Vincenzo La Cascia, capomafia del clan di Campobello di Mazara del Vallo, e Raffaele Urso, l’altro boss di Campobello attualmente in regime di carcere duro, per cui sono stati chiesti 20 anni di carcere al 41-bis. Nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo si decide anche sulle pene nei confronti di Nicola Accardo, capomafia di Partanna in regime di carcere duro per cui sono stati chiesti 16 anni, Antonino Triolo(14 anni), Calogero Guarino (12), Giuseppe Tilotta (16), Leonardo Milazzo (12), Paolo Buongiorno (12), Andrea Valenti (16), Filippo dell’Aquila (12), Angelo Greco (14) e Mario Tripoli (8). Per Bartolomeo Tilotta e Giuseppe Rizzuto, accusati invece di favoreggiamento, la richiesta è di due anni. Un totale di 176 anni di reclusionedella sorella del boss, Giovanna Messina Denaro, che al momento è ricoverato in gravi condizioni in ospedale dopo essere stato arrestato con l’accusa di associazione mafiosa ed essere stato detenuto al 41-bis. Alla scorsa udienza, proprio a causa della malattia di Allegra, il dibattimento è stato rinviato. Imputato anche l’altro cognato del capomafia latitante Gaspare Como, anche lui al carcere duro. Secondo l’accusa, quest’ultimo sarebbe stato designato da Matteo Messina Denaro, per un certo periodo, quale “reggente” del mandamento di Castelvetrano.