"Facciamo qualcosa per il territorio o finiremo per essere quelli che fanno solo assistenza fiscale, compilazione delle dichiarazioni dei redditi e poco altro". A Trapani, alla Camera di Commercio, Cgil, Cisl e Uil si sono dati appuntamento, con tutti i rappresentanti delle diverse categorie di lavoratori, per rivendicare con orgoglio un loro ruolo attivo per risolvere i tanti problemi del territorio.
Loro lo chiamano "Patto per Trapani". Sono proposte importanti, alcune dettagliate, altre un po' meno. Occhi puntati sulle infrastrutture, che sono la vera e reale emergenza del territorio, e sull'aeroporto di Trapani Birgi, ormai in agonia (qui le ultime novità). Anche se Filippo Cutrona, segretario provinciale della Cgil, prende le distanze dal comitato "Se volo voto", perchè "votare è un diritto e un dovere", ma soprattutto perchè "ho visto in prima fila in quel comitato anche imprenditori che sono noti per non avere i conti in regola, o per alcune furberie nei confronti dei lavoratori". Insomma, non puoi fare le proteste per lo sviluppo del territorio quando da imprenditore sfrutti i lavoratori, una piaga, questa, nel settore turistico, molto profonda.
Nel dettagliao ci sono alcune urgenze: il potenziamento dell’area portuale di Trapani, fondamentale per il comparto commerciale oltre che per il traffico crocieristico e della nautica da diporto; la riapertura del Cantiere navale di Trapani e del bacino di carenaggio per riavviare l’importante e storico settore della cantieristica navale; del cantiere per la messa in sicurezza del Porto di Castellammare del Golfo fermo da nove anni (3 milioni di euro).
Ma i sindacalisti il meglio lo danno quando raccontano nel dettaglio quello che vedono dal loro posto di osservatori privilegiati nei diversi settori dell'economia trapanese, dei servizi, del mondo della scuola. Proprio sulla scuola, ad esempio, assistiamo ad un desertificazione in corso. Siamo passati da 110 a 70 scuole in provincia di Trapani, e, come denuncia da tempo Tp24.it, ci sono 5000 alunni che a Settembre, cioè tra tre mesi, al loro rientro in classe, non sapranno dove andare, perché la Provincia ha disdetto gli affitti delle aule, ma non ha trovato ancora una soluzione alternativa. Paradosso dei paradossi: non ci sono i soldi per le aule da affittare, in compenso dal Ministero dell'Interno arrivano soldi per le telecamere di sicurezza...
Numeri terribili anche sul fronte dell'edilizia: dal 2017 al 2018 hanno chiuso l'11% di aziende edili della provincia, con l'occupazione calata dell'8%.
Più in generale, l'occupazione nel nostro territorio è in piena stagnazione. Se nel 2017 c'erano 12.000 lavoratori in più, nel 2018 assunti e licenziati fanno pari, e la differenza è zero. Il tutto in un contesto dove si assiste allo spopolamento di ampie zone del territorio, come il Belice, e dove, soprattutto in agricoltura, è ancora diffusa la piaga del lavoro nero e del caporalato, come dimostrano le inchieste di Tp24.
Per ripartire il vero nodo non è l'aeroporto (dati alla mano, al minore flusso di passeggeri non è seguito un minor afflusso di turisti...) ma sono le infrastrutture. Ci sono 44 milioni pronti per il progetto approvato un anno fa per il collegamento ferroviario Trapani - Palermo via Milo. Ma è tutto fermo. Gli interventi dell'Anas sono in cantiere dal 2021, e non si riesce a capire quando partiranno i lavori per l'anello autostradale che dovrà unire Mazara a Birgi.
Qui potete scaricare il documento con tutte le proposte dei sindacati.