Quei 50 grammi di marijuana erano per “uso personale”. La detenzione non era, dunque, a scopo spaccio. Per questo motivo, il giudice monocratico di Marsala Iole Moricca ha assolto (“perché il fatto non sussiste”) una coppia castelvetranese nella cui abitazione, il 7 febbraio 2017, i carabinieri trovarono anche una vecchia pistola Beretta con matricola abrasa.
La coppia (il pregiudicato Elio Asti, di 41 anni, e la compagna Paola Portanova) non è stata, però, processata per l’arma da fuoco, nonostante, a suo tempo, i carabinieri avessero formulato anche questa accusa. La pistola, infatti, era arrugginita e il pm non ha chiesto il rinvio a giudizio a seguito dell’esito di una perizia tecnica, chiesta dall’avvocato difensore Franco Lo Sciuto, dalla quale è emerso, in fase di incidente probatorio, che l’arma era “inidonea allo sparo”. Era, insomma, un “ferro vecchio”. I carabinieri, nel corso della perquisizione domiciliare, trovarono la pistola nascosta nel materasso della stanza da letto. Era avvolta in una busta di cellophane. Dall’accusa di detenzione a fini di spaccio, invece, Asti e Portanova sono stati assolti (con la formula “perché il fatto non sussiste”) perché l’avvocato difensore Lo Sciuto è riuscito a dimostrare che la droga era “per uso personale”. Nonostante, nell’abitazione i carabinieri avessero trocato un’ingente somma di denaro, circa 16.500 euro, che non fu sequestrata, dopo un consulto telefonico tra i militari e il pm di turno, perché quest’ultimo evidenziò che non sarebbe stato facile ricondurre la somma a possibile provento di spaccio. Il blitz dei carabinieri di Castelvetrano fu coordinato dal maresciallo Biagio Catalano. “Decidemmo di effettuare la perquisizione nell’abitazione di Elio Asti – ha spiegato il sottufficiale dell’Arma quando è stato ascoltato in Tribunale – sulla base di un’informazione ricevuta da una fonte confidenziale. Ad aprirci la porta è stata la compagna o moglie di Asti. Lui era seduto accanto al tavolo del soggiorno. Appena siamo entrati, abbiamo subito notato poco distante uno spinello bruciacchiato, ma ormai spento. Poi, in un mobile della cucina, abbiamo trovato un contenitore trasparente con una sostanza vegetale secca che abbiamo inviato al laboratorio analisi per avere conferma del fatto che fosse marijuana”. Altra sostanza stupefacente dello stesso tipo fu trovata in uno stanzino adibito a ripostiglio. Rinvenuti anche due bilancini di precisione e vario materiale per il confezionamento e il taglio dello stupefacente.