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01/07/2019 06:00:00

Economia: il reddito, i consumi e i dati su ricchezza e povertà delle famiglie siciliane

Oggi con i dati sul reddito, i consumi, l'indebitamento, la povertà e la ricchezza delle famiglie, completiamo la terza ed ultima parte del nostro approfondimento sull'economia siciliana. Qui potete leggere la prima parte e qui la seconda

Nel 2018 è proseguita in regione la crescita, seppure contenuta, del reddito disponibile e dei consumi delle famiglie avviatasi nel 2015. La Sicilia continua a caratterizzarsi per livelli di povertà elevati rispetto alla media delle regioni italiane.

Il reddito – Nel 2017, ultimo anno di riferimento per i Conti economici territoriali, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici era pari in Sicilia, in termini pro capite, a quasi 13.300 euro (circa 18.500 in Italia). La crescita registrata nel triennio 2015-17 si è estesa anche al 2018, mostrando tuttavia un’intensità ancora modesta: in base alle elaborazioni su dati Prometeia, riferite al totale delle famiglie residenti in regione, nel 2018 il reddito disponibile delle famiglie è aumentato dello 0,9 per cento rispetto all’anno precedente.

Nel 2017 il contributo maggiore alla crescita del reddito disponibile è arrivato dai trasferimenti netti e dai redditi da lavoro autonomo, mentre si
è indebolito il contributo dei redditi da lavoro dipendente che costituiscono oltre la metà del reddito disponibile delle famiglie siciliane. Nel 2018 in base ai dati Istat, per i lavoratori dipendenti il monte retribuzioni è rimasto sostanzialmente stazionario.

I consumi – Secondo dati Prometeia nel 2018 la crescita dei consumi, iniziata come per il reddito disponibile nel 2015, ha rallentato ed è stata più contenuta rispetto a quella del reddito (0,4 per cento rispetto all’anno precedente). La spesa delle famiglie siciliane per beni durevoli, in base ai dati dell’osservatorio Findomestic, è nuovamente aumentata nel 2018; il contributo maggiore è pervenuto
dalla spesa per acquisti di auto usate. È solo leggermente cresciuta la spesa per acquisti di auto nuove e le immatricolazioni di autoveicoli sono aumentate a un ritmo poco inferiore a quello dell’anno precedente (1,2 per cento; 1,9 nel 2017).

Nel 2017, ultimo anno per il quale i dati sono disponibili, la spesa media mensile di una famiglia siciliana di due persone, è pari a 1.840 euro, circa il 25 per cento inferiore alla media nazionale. Poco meno di un terzo di tale spesa era destinato all’abitazione (manutenzioni, utenze, canoni di affitto), una quota più bassa della media italiana. La spesa per generi alimentari, pari per le famiglie siciliane al 21,8 per cento, rappresenta invece una voce più rilevante rispetto alla media nazionale.

La povertà e le misure di contrasto – In base ai dati Istat più recenti, relativi al 2017, la quota di famiglie in povertà assoluta, ovvero con un livello di spesa mensile inferiore a quello necessario per mantenere uno standard di vita minimo considerato accettabile, era pari al 12,4 per cento in regione; in Italia l’incidenza si attestava al 6,9 per cento. Tra le misure di contrasto alla povertà, nel 2018 è stato introdotto il Reddito
di inclusione (ReI). Secondo i dati dell’INPS i nuclei familiari regionali che nell’anno ne hanno usufruito sono stati circa 105.000, per un totale di quasi 319.000 individui. In termini relativi, ha beneficiato della misura circa il cinque per cento delle famiglie, un’incidenza superiore a quella del Mezzogiorno e alla media nazionale. L’importo medio mensile ricevuto da ciascuna famiglia è stato di 316 euro, corrispondente a circa il 12 per cento del reddito disponibile medio per famiglia. La regione si caratterizza, oltre che per una maggiore incidenza della povertà, anche per una disuguaglianza dei redditi da lavoro superiore rispetto alla media delle regioni italiane.

La ricchezza delle famiglie - In base a stime recenti, aggiornate al 2017, la ricchezza netta delle famiglie siciliane ammonta a 449 miliardi
di euro, 6,5 volte il reddito disponibile; tale rapporto, in lieve riduzione negli ultimi anni, è rimasto su livelli inferiori alla media italiana. 
Tra il 2008 e il 2017 il valore corrente della ricchezza netta siciliana è solo leggermente cresciuto (2,0 per cento; 3,2 Italia): l’aumento di valore delle attività finanziarie ha controbilanciato la caduta di quello delle attività reali.

La ricchezza reale – Il valore corrente delle attività reali, diminuito del 2,4 per cento nel periodo in esame, in Sicilia è pari a quasi i due terzi della ricchezza lorda e ha un’incidenza superiore di quasi 7 punti percentuali rispetto alla media nazionale.

Il valore delle abitazioni, che rappresentano poco più dei quattro quinti delle attività reali, si è ridotto complessivamente di circa il 2 per cento dal 2008. L’aumento registrato fino al 2011 è stato seguito da una flessione consistente negli anni successivi in connessione con la dinamica negativa dei prezzi di acquisto delle case.

La ricchezza finanziaria – Il valore corrente delle attività finanziarie è cresciuto nel decennio analizzato del 13 per cento circa; in termini pro capite la dinamica è stata meno intensa di quella dell’Italia. Al netto delle passività (mutui, prestiti personali, ecc.) la ricchezza finanziaria era pari nel 2017 a 1,8 volte il reddito disponibile (3,0 in Italia). Al termine del 2017 circa due quinti del portafoglio finanziario delle famiglie
siciliane era costituito da attività liquide (circolante e depositi bancari e postali), un valore sostanzialmente analogo a quello del 2008. Come nel resto del Paese, è sensibilmente cresciuto il peso del risparmio gestito (34 per cento circa). La quota dei titoli obbligazionari si è invece ridotta di 10 punti percentuali (a circa il 4 per cento); il calo delle azioni e partecipazioni è stato più contenuto (a circa il 16 per cento delle attività.

L’indebitamento delle famiglie - In Sicilia il peso del debito delle famiglie verso banche e società finanziarie si colloca su livelli contenuti e lievemente inferiori alla media nazionale. Nel 2018 i prestiti erogati da banche e società finanziarie alle famiglie consumatrici sono cresciuti del 2,4 per cento su base annua. All’aumento dei finanziamenti hanno contribuito sia i mutui per l’acquisto di abitazioni (1,6 per cento) sia il credito al consumo (4,6 per cento). 

I mutui per acquisto di abitazioni – Dopo il calo registrato nell’anno precedente, nel 2018 le erogazioni di mutui per acquisto di abitazioni sono tornate a crescere: l’incremento, al netto delle surroghe e sostituzioni, è stato del 15,4 per cento. L’espansione ha riguardato prevalentemente i mutui a tasso fisso, la cui incidenza sul totale delle nuove erogazioni è salita nell’ultimo trimestre dell’anno a poco meno dei due terzi, a fronte di un differenziale tra tassi applicati ai contratti a tasso fisso e quelli applicati sui finanziamenti.