Ci scrive Letizia Zappalà, sorella del Tenente Colonnello della Dia di Caltanissetta arrestato il 16 aprile scorso insieme all’appuntato scelto dei carabinieri di Castelvetrano Giuseppe Barcellona ed Antonio Vaccarino. Ci siamo occupati del caso attraverso diversi approfondimenti, sollevando al riguardo numerosi dubbi. E qualche giorno fa avevamo pubblicato una lettera inviataci dalla dottoressa Desirè Giancana, moglie di Barcellona.
Riportiamo di seguito la risposta della signora Zappalà.
Gentilissima dott.ssa Giancana,
devo ringraziarla per la sua lettera e per il coraggio dato a noi tutti familiari per difendere i nostri cari da accuse false e meschine, buttate lì senza la minima cognizione delle altre persone che fanno parte della vita di questi nostri uomini.
Chi scrive è la sorella del Tenente Colonnello Marco Zappalà, ancora in carcere.
Non si sa perché non gli abbiano ancora voluto concedere gli arresti domiciliari più volte chiesti.
Come suo marito, mio fratello ha svolto sempre con dedizione e coraggio il ruolo che gli è stato assegnato (non voglio divulgarmi a descriverli, perché qualche giornalista intelligente e professionale, prima di sparare stronzate, lo ha fatto) e mai, dico mai, in famiglia abbiamo avuto il minimo dubbio sul suo operato riguardo a questa vicenda.
Mio padre ha 87 anni e 35 della sua vita passati al servizio dell’Arma dei Carabinieri.
Potete immaginare come si sia sentito ad aver appreso dalla tv nazionale la notizia di suo figlio spacciato per una talpa della mafia.
Ho visto crollare un uomo e non passa giorno che non parli di lui o chieda informazioni, anche se la moglie spesso ci ha tranquillizzati sullo stato emotivo e psicologico di mio fratello.
Ci auguriamo anche noi di poter continuare a credere nella giustizia e che questa vicenda trovi il giusto epilogo.
La ringrazio di cuore perché ha pubblicamente espresso le nostre certezze.
Un sincero augurio a lei e suo marito.
Letizia Zappalà