Frode in concorso in pubbliche forniture, abuso d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falsità ideologica erano i reati contestati nel processo che davanti il Tribunale di Marsala (presidente del collegio Sara Quittino) ha visto condannato a tre anni e 10 mesi di reclusione il 68enne Mario Ippolito, di Gibellina, all’epoca dei fatti (2012-2015) capo settore della Belice Ambiente spa in liquidazione.
Sono stati, invece, assolti i campobellesi Rosetta Barbera, di 42 anni, e Giuseppe Moceri, di 41, rispettivamente legale rappresentante della Belice Inerti srl e titolare dell’omonima ditta individuale.
Mario Ippolito, è stato difeso dall’avvocato Calogera Falco, che dopo la lettura della sentenza ha dichiarato: “Il mio assistito non ha commesso alcun reato. Infatti, per alcune ipotesi è stato assolto. Per cui, attendiamo con serenità i motivi della sentenza e faremo appello per il ripristino della legalità”. A difendere la Barbera è stato Giovanni Lentini, mentre ad assistere Moceri sono stati gli avvocati Giacomo Lombardo e Antonino Sammartano, che hanno espresso “soddisfazione” per l’esito del processo. La vicenda è relativa alla fornitura di materiale calcareo per la discarica di Campana Misiddi. Secondo l’accusa, i tre imputati (Ippolito in qualità di responsabile unico del procedimento) avrebbero commesso frode nella esecuzione di contratti di fornitura: per la copertura della discarica di Campana Misiddi di Campobello di Mazara avrebbero fornito materiale “non conforme ai requisiti tecnici di cui alla normativa di settore”. E in particolare “tonnellate di materiale calcareo composto da massi, rocce, scarti di conci di tufo in luogo del materiale previsto dalle specifiche tecniche e granulometriche”. Questo fino ai primi di ottobre 2015. La Barbera era stata accusata di falso ideologico perché, nell’ottobre 2012, al fine di “rappresentare il ricorso a procedure negoziali mai attivate”, avrebbe “in tempi diversi” predisposto e falsamente sottoscritto, con Ippolito, due distinti contratti per la fornitura del materiale. Il solo Mario Ippolito, invece, doveva difendersi da tutti gli altri reati contestati dalla Procura di Marsala. L’abuso d’ufficio in concorso, in particolare, perché “in violazione di norme e regolamenti ed abusando del proprio ufficio”, senza ricorrere a procedure negoziate ha affidato pubbliche forniture alla Belice Inerti e alla ditta individuale Moceri Giuseppe, con “ingiusto vantaggio patrimoniale pari ad euro 186.753 per Barbera Rosetta ed euro 41.547 per Moceri Giuseppe”. Ciò, secondo l’accusa, all’8 ottobre 2013.
C’è, poi, la turbata del procedimento di scelta del contraente, anche questo reato in concorso, in quanto, sempre nell’ambito dei lavori di copertura della discarica di Campana Misiddi, avrebbe espunto dal relativo bando di gara “talune specifiche condizioni oggettive e soggettive dei partecipanti (codice identificativo della gara, requisiti inerenti la capacità economico-finanziaria, capitolato speciale di appalto disciplinante le modalità e le condizioni della fornitura, relazione tecnica descrittiva, analisi dei prezzi, obbligo di approvvigionamento del materiale presso impianti autorizzati)”. E in tal modo avrebbe “turbato” il procedimento amministrativo. Definita una “cloaca a cielo aperta”, la discarica di Campana Misiddi fu sequestrata il 25 marzo 2002 dai carabinieri della sezione di della Procura di Marsala, in quanto, per gli investigatori costituiva un grave “pericolo per la salute pubblica”. Anche perché, infiltrandosi nel sottosuolo, quelle acque potevano inquinare la falda freatica. E proprio in quella zona del Belicino ci sono i pozzi dell'acquedotto Bresciana. Quel lago artificiale in cui confluivano, da circa trent’anni, tutti i reflui, sia civili che industriali, di Campobello era noto come “Acque fituse”. Il putrido invaso si era creato su un'area di circa 50 mila metri quadrati.