In dieci anni (2009 – 2018), in Sicilia, le nuove diagnosi di melanoma sono aumentate del 30%. Nel 2018 infatti sono stati registrati 600 casi (300 uomini e 300 donne) di questo tumore della pelle, nel 2009 erano circa 460 (280 uomini e 183 donne). Un incremento significativo, anche se inferiore rispetto a quello registrato a livello nazionale dove le diagnosi sono raddoppiate in un decennio.
Il dato è emerso dalla tappa di “Mela Talk”, che si è svolta sabato scorso a Palermo presso il Policlinico Giaccone. Il progetto, realizzato con il contributo incondizionato di Bristol-Myers Squibb, prevede un ciclo di incontri rivolti ai pazienti su tutto il territorio nazionale.
“In Italia vivono circa 155mila cittadini dopo la diagnosi di melanoma – afferma la prof.ssa Paola Queirolo, responsabile scientifico di ‘Mela Talk’ e Direttore Divisione melanoma, sarcoma e tumori rari presso l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano -. Oggi abbiamo a disposizione armi efficaci per combattere questa neoplasia, come l’immuno-oncologia e le terapie a bersaglio molecolare. I progressi della ricerca scientifica, uniti alle campagne di prevenzione sostenute con forza anche dalle associazioni dei pazienti, si traducono nel costante incremento dei cittadini vivi dopo la diagnosi. Siamo di fronte a persone che presentano molteplici necessità, non solo di carattere clinico, a cui il sistema sanitario deve saper rispondere. Da qui il senso del tour ‘Mela Talk’, che vuole far emergere il punto di vista dei pazienti sulla malattia e sul percorso terapeutico, dando rilievo anche all’impatto psicologico legato alla diagnosi”.
Il melanoma colpisce di più nel Nord del nostro Paese. Nel 2018, le nuove diagnosi riscontrate nel Mezzogiorno rispetto al Settentrione sono state il 45% in meno tra gli uomini e il 42% in meno tra le donne. “Uno dei motivi principali di questa netta differenza è da ricercare nei fototipi più elevati (cioè nella maggiore capacità della pelle di reagire all’esposizione solare), molto diffusi al Sud e in grado di svolgere un ruolo protettivo – spiega la dott.ssa Gaetana Rinaldi, coordinatore regionale di ‘Mela Talk’ e oncologa al Policlinico Giaccone di Palermo -. Il nostro centro, nel 2018, ha trattato circa 200 persone con melanoma di livello superiore (cioè in fase non iniziale) provenienti da diverse parti dell’isola. Ha rappresentato cioè un vero e proprio argine alla migrazione sanitaria, offrendo a tutti i pazienti le migliori terapie a disposizione, con la possibilità di essere curati vicino a casa.
Abbiamo stilato PDTA (Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali) sulla patologia e siamo in costante contatto con altri centri di riferimento a livello nazionale per coinvolgere i malati nelle sperimentazioni cliniche. Preoccupa, però, la totale assenza di associazioni di pazienti con melanoma in Sicilia. Il ruolo delle associazioni è fondamentale, da un lato per supportare nel percorso di cura i pazienti facendoli sentire meno soli, dall’altro per educare i cittadini alla prevenzione. Circa il 20% delle diagnosi avviene in fase iniziale: per aumentare questa percentuale, soprattutto in un’isola come la Sicilia dove i cittadini possono andare al mare per lunghi periodi da maggio a ottobre, vanno supportate le campagne di sensibilizzazione per far capire a tutti i danni dell’esposizione scorretta al sole”.
“La prevenzione è l’arma più importante per sconfiggere il melanoma – conclude la prof.ssa Queirolo -. Tutti dovrebbero utilizzare le creme solari quando prendono il sole, evitando di esporsi nelle ore centrali. Senza dimenticare il controllo della pelle ogni anno dallo specialista. In particolare, nelle persone che presentano più di 100 nei, il rischio di melanoma è 6 volte superiore. Va sempre seguita la regola del ‘brutto anatroccolo’: l’insorgenza di un neo diverso per forma e colore rispetto a quelli già presenti è un segnale da tenere in considerazione e da far controllare dal dermatologo. Avere la pelle chiara, i capelli biondi o rossi e gli occhi chiari (blu, grigi o verdi) è un altro fattore di rischio. Se scoperto precocemente ed eliminato con una corretta asportazione chirurgica durante la fase iniziale, il melanoma è del tutto guaribile perché la probabilità che abbia invaso altri organi è pressoché nulla”.