Un’assoluzione e una condanna sono state sentenziate dal Tribunale nel processo a due tunisini arrestati dai carabinieri nel settembre dello scorso anno con l’accusa di avere rapinato un loro connazionale.
I tre erano ospiti di un centro di accoglienza di Valderice. Imputati: Ben Ali Bilel, di 30 anni, e Ben Mouhammed Nasreddine, di 33. Per entrambi, il pm aveva chiesto 4 anni di carcere.
Il Tribunale, però, ha condannato (a 2 anni) solo Ben Ali Bilel, assolvendo Ben Mouhammed Nasreddine “per non aver commesso il fatto”. Il primo, anche lui comunque tornato in libertà in ragione dell’entità della pena subita, è stato difeso dall’avvocato Andrea Pellegrino, mentre il secondo dall’avvocato Antonino Rallo, che per il suo assistito preannuncia la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione. “Si è trattato di un processo indiziario – spiega l’avvocato Rallo - che fondava tutto il costruito accusatorio sulle dichiarazioni della persona offesa sentita nel corso della querela e a sommarie informazioni. Una presunta rapina dai connotati davvero strani che avevano portato alla sbarra i due imputati nel settembre del 2018 con ordinanza di convalida di fermo del Gip di Trapani Antonio Cavasino”. A rinviare a giudizio i due nordafricani fu, poi, il gup Caterina Brignone. Al processo vengono ascoltati i carabinieri che avevano svolto le indagini ed eseguito gli arresti, ma non si è presentata la vittima che aveva sporto denuncia (Abdallah Mansour). Quest’ultimo, infatti, è risultato “irreperibile”. Nella querela presentata ai carabinieri di Valderice aveva denunciato che i due connazionali si erano fatti consegnare il suo cellulare minacciandolo con un coltello. Invitandolo a tenere la bocca chiusa sull’accaduto.