I sequestri e le confische, eseguiti dalla Direzione investigativa antimafia nei confronti della criminalità organizzata in Italia, sono aumentati nel 2018, rispetto al 2017, "rispettivamente di oltre il 400% e di oltre il 1000%".
Sono questi i dati che la Dia riporta nell'ultima relazione semestrale al Parlamento (2° semestre 2018). "Sono risultati importanti – scrive la Direzione Investigativa Antimafia - che, sommati a quelli conseguiti dal 1992, hanno permesso si sequestrare beni per oltre 24 miliardi di euro di patrimoni e di confiscarne per oltre 11 miliardi di euro, ed effettuare 10.500 arresti.
Le mafie cambiano pelle e settori di investimento, con una vocazione a espandersi all'estero più marcata per quel che riguarda la 'ndrangheta calabrese. "La perdurante vitalità della camorra è garantita non solo da un'asfissiante infiltrazione sociale, ma anche dalle connivenze con i cosiddetti colletti bianchi, ai quali è demandato anche il compito di occultare i tesori dei clan".
La mafia imprenditrice e l’utilizzo dei "facilitatori" - "La nuova mafia imprenditrice adotta modelli manageriali per la gestione delle risorse. È qui che entrano in gioco i professionisti che, sebbene 'esterni' all'organizzazione, prestano la loro opera proprio per schermare e moltiplicare gli interessi economico-finanziari dei gruppi criminali. Si tratta di 'facilitatori', in grado di gestire transazioni internazionali da località off-shore, offrendo riservatezza e una vasta gamma di servizi finanziari, inclusi quelli di elusione fiscale". Oltre che a capitalizzare i proventi illeciti in attività imprenditoriali, le mafie puntano anche a realizzare gli indebiti risparmi d'imposta attraverso il ricorso a sofisticati meccanismi finanziari e i cavilli burocratici proposti da figure professionali colluse. "Sono proprio queste nuove modalità - spiega la Dia - che, anche fuori dalle Regioni di origine e all'estero, consentono ai mafiosi di radicarsi, legando i propri interessi con quelli della realtà economica locale. Viene così a crearsi un sistema di gestione degli affari basato su articolate relazioni sociali che si estendono, con legami flessibili e aperti, verso il mondo istituzionale e imprenditoriale, garantendo così ai clan un ampio ed eterogeneo serbatoio di risorse umane. Un capitale relazionale composito, che costituisce quell'area grigia - fatta di mille tonalità - ove affari leciti e illeciti tendono a fondersi attraverso anche la corruzione dei pubblici funzionari".
Rifiuti, appalti, scommesse e giochi. Tutti settori d’interesse delle mafie - Non c'è settore immune agli interessi delle mafie, dalle scommesse e i giochi, ai servizi cimiteriali passando per il turismo, oltre ovviamente alla droga, i rifiuti, gli appalti. Nel secondo semestre del 2018 sono state monitorate 544 imprese. Le attività di verifica compiute in relazione alle procedure di affidamento ed esecuzione degli appalti pubblici hanno riguardato in particolare, oltre ai lavori di demolizione e ricostruzione di Ponte Morandi a Genova, la ricostruzione post sisma 2016 e le 'Grandi Opere' nonché tutti gli appalti di opere pubbliche ritenuti particolarmente sensibili. L'interesse per i giochi e le scommesse in particolare on line, percorre trasversalmente tutte le manifestazioni criminali, alle quali garantisce, dopo la droga, forse il più elevato ritorno dell'investimento iniziale, con una minore esposizione al rischio. A ciò si aggiunga come la "disseminazione" delle apparecchiature sul territorio concorra alla creazione di una rete di controllo, funzionale anche alle attività estorsive e all'usura, creando, così, un circuito perverso che dall'alta tecnologia porta comunque le mafie al controllo pervicace del territorio e quindi alle attività illegali più tradizionali" si legge nella Relazione da cui emerge "che siamo di fronte a modelli imprenditoriali variabili, calibrati sulla base delle realtà economiche locali e che tendono a colpire indistintamente tutti i settori economici che il Paese riesce a esprimere".
Crescono gli investimenti al nord delle mafie - "Le operazioni finanziarie sospette che nel 2018 sono state di 'interesse istituzionale' per la Dia (di diretta attinenza alla criminalità mafiosa e riferibili a 'reati spia') evidenzia che "su un totale di 103.576 operazioni, il 46,3 per cento (47.909 operazioni) sono state realizzate nelle regioni del Nord, il 33,8 per cento (35.034) al Sud e il 18,7 per cento (19.396) nelle regioni del Centro Italia". Alla luce di questi dati, "è evidente come in questo caso siano le regioni del Nord a prevalere - scrive la Dia - le ragioni di questo sbilanciamento vanno rintracciate innanzitutto nel fatto che gli investimenti effettuati dalle mafie nelle aree più produttive del Paese sono realizzati, nella maggior parte dei casi, attraverso dei prestanome. Gli indicatori di anomalia che emergono dalle operazioni finanziarie sospette tracciano, infatti, il profilo di soggetti, spesso imprenditori in difficoltà finanziaria, che per acquisire maggiore competitività si mettono a servizio delle organizzazioni mafiose.
La 'Ndrangheta - L’organizzazione della ‘ndrangheta, anche nel periodo in esame, mostra le connotazioni di una consorteria fortemente strutturata su base territoriale, ancorata ai tradizionali vincoli familiari e articolata su più livelli facenti capo ad organismi di vertice, che riescono ad orientare le linee strategiche, dirimendo al contempo eventuali controversie interne: un fenomeno risalente nel tempo, ma rivelatosi, dopo decenni di mediatica disattenzione, sicuramente al passo con i tempi, in grado di coglierne tutte le opportunità e capace di produrre potere e ricchezza.
La sua spiccata vocazione imprenditoriale è favorita dalle ingenti risorse economiche di cui dispone, tenendo conto che può fare affidamento su diversificate attività illecite, che spaziano dal narcotraffico internazionale (gestito in posizione egemonica, come di seguito spiegato), all’infiltrazione negli appalti pubblici, dalle estorsioni al settore dei giochi e delle scommesse, i cui proventi vengono riciclati in attività legali. Importanti inchieste giudiziarie degli ultimi tempi hanno consentito di acquisire l’esatto “organigramma criminale” della ‘ndrangheta, con l’individuazione dei locali dislocati sia nel territorio di origine, ma anche attestati fuori Regione e all’estero.
Le consorterie calabresi radicate oltre i confini regionali annoverano affiliati di “ultima generazione” in grado di consolidare relazioni affaristico-imprenditoriali, condizionando gli ambienti politico-amministrativi ed economici locali. Talune inchieste condotte negli ultimi anni nel nord Italia hanno dato conto anche del livello di omertà che pervade alcuni territori. In proposito, si richiamano le recenti vicende registrate nel Comune di Cantù, di cui si parlerà diffusamente nel paragrafo dedicato alla Regione Lombardia. Inoltre, altre importanti evidenze investigative hanno registrato l’avvicinamento del politico di turno o di imprenditori ai mafiosi calabresi per soddisfare un proprio interesse contingente.
La mappa che segue, rappresentativa dei locali di ‘ndrangheta emerse nel Nord Italia, nel corso degli anni, in attività giudiziarie, è emblematica della forza espansionistica delle cosche e della capacità di queste di riprodursi secondo lo schema tipico delle strutture calabresi.
La Camorra - Le dinamiche criminali della camorra continuano ad essere particolarmente complesse. Coesistono, spesso nella stessa zona, gruppi diversi per struttura e scelte operative: accanto a sodalizi minori, prevalentemente dediti al controllo di attività illecite sul territorio di rispettiva influenza, operano storiche e strutturate organizzazioni (come i MAZZARELLA, i LICCIARDI e i CONTINI, presenti nel capoluogo partenopeo; i MALLARDO, i MOCCIA, i NUVOLETTA, i POLVERINO e gli ORLANDO, nella provincia; i CASALESI nel casertano), sempre più proiettate ad estendere il loro raggio d’azione in altre regioni e all’estero. Se per i primi la violenza è uno strumento necessario di affermazione criminale, i secondi tendono a rifuggire azioni eclatanti e appaiono sempre più orientati a controllare i mercati legali, stringendo rapporti con il mondo imprenditoriale, le pubbliche amministrazioni ed esponenti politici.
L’assenza di una struttura verticistica sovraordinata rappresenta, al contrario di quanto si potrebbe immaginare, uno dei punti di forza delle organizzazioni camorristiche più strutturate, poiché è proprio la loro flessibilità a renderle maggiormente capaci di adattarsi ai mutamenti economici e sociali. Inoltre, lo stato di disagio sociale e di illegalità diffusa che caratterizza ampie zone del territorio campano, la stessa convivenza tra organizzazioni camorristiche vere e proprie, gruppi di gangsterismo urbano e bande di giovani delinquenti fa sì che le prime possano, in ogni momento, contare su eserciti di centinaia di persone, costituiti anche da minori impiegati come vedette, trasportatori di armi, corrieri a domicilio per la consegna di sostanze stupefacenti, fino addirittura alla commissione di omicidi. Il “sistema camorra” deve essere considerato come un insieme di “sottosistemi”, molto diversi tra loro. Uno di questi “sottosistemi” è costituito da sodalizi che, nella continua ricerca di nuovi metodi di controllo dei mercati illegali, evitano di contrapporsi allo Stato, tramandandosi, da generazioni, il potere criminale. La loro vocazione imprenditoriale affonda le radici nel passato e coniuga la finalità di riciclaggio dei capitali illeciti alla produzione di ulteriori profitti.
I sodalizi si infiltrano nell’economia legale o attraverso la partecipazione in imprese sane o operando direttamente con proprie ditte di riferimento, caratterizzate da una continua modificazione di assetti e sedi sociali, in modo da rendere più complesso risalire alla reale proprietà. In alcuni casi si tratta di reti di imprese, attraverso le quali controllano l’intera filiera delle attività connesse ad un determinato settore economico: nel settore dei giochi, ad esempio, sono risultate tra loro collegate imprese che si occupavano dell’installazione e manutenzione di slot machine e videolottery, nonché della gestione delle sale e dei servizi di ristorazione.
La mafia nigeriana sempre più influente - La mafia nigeriana ha una rete "in costante contatto con la madrepatria, che è necessario monitorare" per "prevenire eventuali contaminazioni da parte di espressioni estremiste filo-islamiche presenti anche in Nigeria, dove Boko Haram continua a diffondersi". Della “Criminalità nigeriana” viene offerto uno spaccato anche di carattere sociologico. I recenti fatti di cronaca danno conto, di una realtà criminale che si caratterizza per una forte componente mistico-religiosa, associata ad un uso indiscriminato della violenza. Un’organizzazione che la Suprema Corte di Cassazione ha qualificato come mafiosa a tutti gli effetti e che, per essere contrastata, va innanzitutto compresa nella sua natura e su cui è, pertanto, fondamentale mantenere alta l’attenzione.