Nel 2008 le persone occupate in Sicilia sfioravano quota 1,5 milioni e il tasso di disoccupazione era al di sotto del 14%. In 10 anni si sono persi 13mila posti di lavoro e il tasso di disoccupazione è arrivato al 21,5%, mentre la disoccupazione giovanile (15-24 anni) è balzata dal 39% al 53,6%.
Aumento esponenziale di disoccupati soprattutto tra i giovani, consumi delle famiglie in caduta libera e chiusura delle aziende spaventosa. Dati che parlano di una drammatica recessione e che fotografano l'economia della Sicilia, quelli emersi dal Rapporto sulle Economie Territoriali italiane presentato dalla Confcommercio.
Consumi in calo e chiusure aziende - Nel 2018 le spese per ogni abitante nell'Isola sono cresciute dell'1,5%, tra il 2014 e il 2018, invece, hanno registrato un segno negativo del 2,4%. Per ciò che riguarda il rapporto tra nascita e morte delle imprese siciliane, dal 2018 emerge un saldo positivo, con un surplus di 2100 unità, ma c'è da dire che c'è una grande fine attività nel settore del commercio, che più di tutti ha sofferto di mortalità, con 4571 aziende che hanno chiuso i battenti nel giro di anno: 3582 al dettaglio, 946 nei servizi alloggio e ristorazione e 754 fra ditte di trasporto e magazzinaggio, informazione e comunicazione, attività immobiliari, professionali noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto a imprese, intrattenimento. Infine, saldo negativo per le industrie, con un perdita di 1948 ditte, e per l'agricoltura, con un ammanco di 342 imprese.
Province più preoccupanti sul tema occupazionale - Trapani, Agrigento, Messina sono le province che destano più preoccupazione, rispettivamente con un tasso di disoccupazione del 23,6%, 27,6%, 25,5% e nel 2018, mentre Palermo è l'area che nello stesso anno ha perso più aziende commerciali: oltre 1400.
Una delle cause della crescita della disoccupazione giovanile è l'interruzione del ciclo naturale che portava i figli a raccogliere l'eredità professionale dei loro padri. Oggi purtroppo occuparsi di commercio non paga e quindi assistiamo ad un quadro disarmante e privo di prospettive per i più giovani.
Giovani costretti all'emigrazionne - C'è un sistema al collasso, a maggior ragione nelle aree interne della Sicilia che non riesce ad inserire più i suoi giovani nel mondo del lavoro e che li costringe all'emigrazione. Di fronte a questi numeri c'è poco da fare se non lanciare un ultimo appello affinché chi ha un ruolo istituzionale metta in campo tutte le azioni utili a trovare tutte le soluzioni possibili, a partire da quel gap infrastrutturale e dai costi di collegamento con la Sicilia che condizionano inevitabilmente tutte le attività imprenditoriali».
Allarme in Sicilia anche da Confindustria - Per la Sicili e il meridione arrivano segnali allarmanti anche da Confindustria, registrati nel “Check-up Mezzogiorno” di luglio 2019, analisi realizzata dall'associazione degli industriali insieme a Srm-Studi. Secondo il report, al Sud la disoccupazione giovanile ha raggiunto il tasso record del 51,9% e i disoccupati totali sono circa 1,5 milioni: in pratica, più di un giovane meridionale su due non lavora. E ancora: il tasso di attività si ferma al 54%, quello di occupazione al 43,4%, mentre calano gli investimenti pubblici nelle regioni meridionali, in confronto alla spesa pubblica in conto capitale pro capite del Centro-Nord che torna ad essere, nel 2017, di quasi 500 euro più elevata di quella del Mezzogiorno.