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01/08/2019 06:00:00

Aeroporto di Birgi: lo stallo e le mosse della Regione in attesa del nuovo presidente

L’aeroporto di Birgi quando siamo al 1° di Agosto 2019 non solo non decolla metaforicamente ma anche fisicamente. I voli charter che dovevano raggiungere Sharm El Sheikh - sabato sera ci doveva essere il volo inaugurale - non solo non è partito, ma è stata annullata tutta la programmazione estiva.

Ad operare il collegamento doveva essere la compagnia EgyptAir. Il volo, con frequenza settimanale, sarebbe stato operativo fino al 29 settembre. Ma, in pratica, non ci sono state prenotazioni ed è saltato tutto.

L’aeroporto vive come sappiamo quella interminabile fase di stallo, che potrebbe portarlo alla chiusura. La crisi è iniziata da quando nel marzo del 2017 è scaduto il contratto di co-marketing che permetteva,  - con il pagamento delle quote da parte dei comuni -  a Ryanair di potere fare la sua programmazione sul Vincenzo Florio e mantenere i voli. Da allora tutto è bloccato, sono stati messi a disposizione i soldi da parte della Regione, circa undici milioni di euro per fare il bando che è stato però annullato e fatto più volte.

Annullato dopo il ricorso di Alitalia e poi preparato dalla nuova stazione appaltante di cui è capofila il comune di Marsala, ma nonostante questi bandi si è riusciti a ad assegnare appena tre lotti su venticinque. Per il resto non si è presentato nessuno. In questi mesi le proteste del comitato #sevolovoto hanno tenuta alta l’attenzione sullo scalo ma di risultati veri e propri non ce ne sono stati. Si è continuato a parlare di possibili accorpamenti prima con Palermo, poi con Catania, ma ad oggi non si è mai concretizzata nessuna forma di accordo.

Intanto, siamo arrivati ad agosto e oggi si riunirà l'assemblea dei soci di Airgest, le cui quote sono al 99,9% in mano alla Regione che approverà il bilancio. Il presidente Angius, che ha avuto un mese di proroga si dimetterà nel giro di qualche giorno e Musumeci entro il mese di Agosto dovrà trovare il suo sostituto.

Nelle settimane scorse, dopo la lettera dell’imprenditore marsalese Salvatore Ombra che ha già guidato Airgest fino al 2012 e che si è proposto di ritornare alla guida per cercare di rilanciare l’aerostazione anche gratuitamente, c’è stato un incontro tra lo stesso e il presidente della Regione Musumeci che ha detto che rifletterà su quanto proposto.

Sembra che Musumeci deciderà di non affidare la gestione ad Ombra, quasi sempre in questi casi valgono altri parametri, altre logiche, quelle della politica, nonostante l’entusiamo che questa figura trasmette legata all’aeroporto di Birgi, perché proprio nel periodo della sua gestione si sono raggiunti traguardi e volumi di traffico mai toccati.

Ed è sicuramente interessante e cuoriso l’endorsement che Ombra ha ricevuto dal giornalista e conduttore tv Massimo Giletti, in occasione della presentazione del suo libro a Marsala. Giletti ha denunciato la gravissima crisi che vive l'aeroporto, ricordando che non funzionando le ferrovie in Sicilia, l’unico mezzo con cui arrivare è l’aereo. Giletti si è chiesto e non capisce perché, chi c'era prima, come Ombra, sia stato rimosso visto che lavorava bene, forse troppo bene..., afferma il giornalista.

Se non si trovano soluzioni il più velocemente possibile, l'aeroporto rischia la liquidazione. Allo momento si prospetta una stagione invernale molto difficile, nella quale si rimpiangeranno, addirittura i 500.000 passeggeri di questo 2018.

Dalla Regione Musumeci è convinto, con la prossima finanziaria, di sbloccare i fondi non utilizzati nelle gare per magari cercare la via della trattativa diretta con Ryanair.

Arriva un altro importante aiuto per evitare la chiusura dell'aeroporto di Trapani.
L’Airgest, la società che gestisce l'aeroporto di Birgi, potrà offrire incentivi alle compagnie aeree, nel rispetto delle disposizioni comunitarie, per avviare nuove rotte - da e per Birgi - in modo da promuovere, tra l'altro, lo sviluppo dell’area svantaggiata del Trapanese.

L’Assemblea regionale siciliana ha, infatti, approvato un emendamento presentato dal governo Musumeci, che consentirà alla società di gestione dello scalo trapanese di utilizzare il cosiddetto “Meo test”, così come già fanno altre aziende che si trovano in analoga condizione.
Ovviamente ogni incentivo concesso dovrà essere preventivamente supportato da un adeguato Piano di investimenti che dimostri - con il parere favorevole della Commissione europea – la remunerabilità dello stesso.

Ecco le parole del presidente di Airgest Angius, sul provvedimento della Regione: il presidente di Airgest, società di gestione dell’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi, Paolo Angius ringrazia, anche a nome di tutto il consiglio di amministrazione, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci e tutte le forze politiche per l’approvazione da parte dell’Assemblea regionale siciliana del provvedimento «che dovrebbe consentire di sviluppare - pur restando nell’ambito delle rigide normative nazionali e comunitarie – un’attività commerciale più efficace rispetto al passato. E apprezziamo – prosegue Angius - l’intendimento del presidente Musumeci di fornire le risorse necessarie per la definizione di un nuovo piano di sviluppo commerciale ad esclusivo beneficio dell’aeroporto e quindi del territorio trapanese».

Se è positivo il provvedimento della Regione, non lo è affatto il decreto del ministro Toninelli sulla continuità. Serve a poco, a pochissimo per rilanciare il traffico su Birgi, per riprendere lo sviluppo dell’economia turistica del territorio. Intanto perche le città con cui si collega Trapani, Trieste, Brindisi, Parma, Ancona, Perugia e Napoli, non sono tra le più gettonate e sono le uniche rotte possibili visto che l'aeroporto di Palermo già effettua altre rotte.

La continuità territoriale non è altro che il sostegno dello Stato a collegare quelle zone disagiate con il resto del Paese. Si parla di rotte vincolate. Cosa significa? Non si possono usare quei soldi per incrementare i voli con Milano, Torino, Roma o destinazioni internazionali, perchè sono già operate a Palermo Punta Raisi, che non è molto distante da Trapani da raggiungere. Resterà fuori dai giochi quindi Ryanair. Ma quello che emerge di più è il costo enorme per lo Stato, rispetto al ritorno in termini economici e di passeggeri.

E sulla crisi di Birgi, interviene il segretario della Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana:Siamo molto preoccupati, i dati sui passeggeri registrati all’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani/Birgi, ancora in forte calo nel mese di giugno, non fanno altro che confermare la lenta agonia di questa importante infrastruttura strategica per il territorio trapanese. Bisogna intervenire presto. La Regione deve fare la sua parte, non si può più perdere tempo, le difficoltà dello scalo trapanese che vanno avanti ormai da anni, stanno causando una grave crisi del settore economico e turistico della provincia, a rischio quindi non c’è soltanto il futuro dei lavoratori dell’aeroporto e dell’indotto, ma di tutto un territorio che vive principalmente di turismo, seriamente penalizzato dalla drastica riduzione dei voli”. “L’aeroporto insieme alle infrastrutture aeroportuali, ferroviarie, portuali, stradali deve essere al centro di un progetto di rilancio e propulsore per il tessuto economico delle nostre città”, conclude La Piana.