Volare a Londra, da Bergamo, con Ryanar, il prossimo 8 novembre costa 19,99 euro. Tariffa identica per adulti e bambini. Se però viaggiate con un neonato dovete mettere in conto una gabella da 25 euro. A tratta. Incredibile, ma vero: chi non ha due anni compiuti paga di più di tutti gli altri. Ma attenzione, non si tratta di un biglietto vero e proprio perché altrimenti la compagnia non potrebbe vantarsi di aver abbassato ulteriormente le tariffe. E’ piuttosto un costo accessorio alla prenotazione. Un po’ come la scelta del posto a sedere (dai 4 euro in su); l’imbarco prioritario o il bagaglio a meno (a bordo si può portare gratuitamente solo una piccola borsa o uno zainetto).
Insomma del modello low cost è rimasto solo il nome. E forse il prezzo nominale del biglietto, perché tutto il resta va comprato. Basti pensare che ormai le “entrate” accessorie coprono il 35% del fatturato delle compagnia aerea: nel primo trimestre fiscale dell’anno, le tariffe di biglietti sono calate del 6%, ma i costi aggiuntivi sono cresciuti del 27% a 800 milioni di euro a fronte di ricavi complessivi per 2,31 miliardi (+11%). Tradotto: i profitti di Ryanair arrivano dalla stretta su bagagli e neonati più che dalla tradizionale vendita dei biglietti.
Quella del vettore irlandese è ormai una strategia chiara, ma non per questo fa arrabbiare meno i consumatori. Per Federconsumatori “si tratta di una condotta che, non ci stanchiamo di ribadirlo, non solo genera confusione ma che di fatto impedisce la concreta e reale comparabilità con le tariffe applicate dagli altri vettori. Il comportamento di Ryanair, oltre a provocare un continuo aumento dei costi, è un vero e proprio affronto al diritto degli utenti alla trasparenza e alla completezza delle informazioni”.
D’altra parte il volo per Londra del prossimo 8 novembre è realmente più economico con Ryanair solo per chi viaggia con uno zainetto: chiunque volesse portare a bordo un tradizionale bagaglio a mano spenderebbe meno viaggiando con British Airways, EasyJet e anche Alitalia. Come a dire che di low cost, ancora una volta, sono rimasti solo gli slogan.
Eppure, i passeggeri della compagnia sono aumentati nel trimestre dell’11% a 42 milioni portando l’utile della società a 243 milioni: un dato in calo del 21% a causa del netto aumento dei costi. Dopo lo sciopero dei piloti che la scorsa estate mise in ginocchio la compagnia con centinaia di voli cancellati, la società è corsa ai riparti rinegoziando i contratti dei dipendenti. I costi per il personale sono dunque cresciuti del 21%.
Anche per questo Ryanair calcola 1.500 esuberi tra piloti e personale di bordo: “Nelle prossime due settimane faremo del nostro meglio per ridurre al minimo le perdite di posti di lavoro – ha detto l’ad Micheal O’Leary – ma alcuni in questa fase sono inevitabili”. In questo modo Ryanair – che in termini di risparmio su costi aeroportuali, acquisto di aeromobili e manutenzione non ha rivali – conta di riuscire a mantenere il costo per passeggero più basso d’Europa: 29 euro a fronte dei 39 di Wizz e dei 53 di Easyjet.
Passeggeri aspettano di salire a bordo di un all’aeroporto di Valencia il 25 luglio 2018. Ryanair è stata costretta a cancellare decine di in Europa per uno sciopero di due giorni del personale di bordo in Spagna, Portogallo, Belgio e Italia. Jose Jordan/AFP/Getty Images
O’Leary contava anche sulla consegna dei nuovi Boeing 737 Max per tagliare i costi di un ulteriore 2%, ma la società americana è in difficoltà e per la stagione estiva 2020 riuscirà a consegnare solo 30 dei 58 aerei previsti. Motivo per cui, Ryanair ha iniziato a correre ai ripari: con i licenziamenti e l’aumento dei costi accessori