"Siamo stanchi delle lacrime di coccodrillo e di riunioni sterili. Ci saranno riunioni tecniche, tavoli con la protezione civile per salvare la Sicilia dalle fiamme. Non ne possiamo più. Non si fa nulla per la prevenzione". Così il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna commenta gli incendi che nell'ultimo fine settimana hanno devastato la Sicilia.
L’isola, ricorda Zanna, "nel 2017 e nel 2018 ha guidato la tragica classifica degli ettari bruciati. Dai dati dell’European Commission Emergency Management Service Copernicus, elaborati da Legambiente, nel 2017 in Sicilia sono bruciati 42.872 ettari di superficie boscata e non boscata (contro i 35.241 della Calabria). E nel 2018, sempre in vetta con 10.250 ettari (seconda sempre la Calabria con 1.874)". "Chiediamo più prevenzione - conclude - che si facciano le mappe dei terreni bruciati, che è compito dei Comuni, ed una macchina organizzativa più efficiente per evitare che avvenga tutto ciò".
Settanta persone costrette a fuggire dalle loro case, due abitazioni danneggiate dalle fiamme, auto bruciate, ettari di vegetazione in fumo e costoni rocciosi a rischio di frana. È il bilancio degli incendi nelle zone di Monreale, le più martoriate dal fuoco tra le province di Palermo e Trapani.
Tra le zone più colpite anche il borgo di Scopello e la frazione balneare di Lido Valderice dove i poliziotti sono intervenuti per evacuare alcune famiglie le cui abitazioni erano lambite dalle fiamme.