Ultima fra le Regioni italiane, la Sicilia è pronta per attivare le proprie Zes. Il governo ne ha delimitato i confini e ora attende da Roma la ratifica del piano. Anche se i sindacati, che oggi riceveranno ufficialmente il carteggio, restano scettici sulle modalità di azione seguite da Palazzo d'Orleans.
Le zone economiche speciali sono aree specificamente perimetrate, non particolarmente estese, in cui scattano contributi, esenzioni fiscali e procedure amministrative semplificate per le attività imprenditoriali che vi hanno sede o che vi si insedieranno.
Nei giorni scorsi l'assessore alle Attività Produttive, Mimmo Turano, ha illustrato le future are Zes - come riporta il Gds - al termine dei lavori della apposita cabina di regia. E fra i presenti c'era anche il deputato dell'Udc Vincenzo Figuccia che ha anticipato i dettagli della parte del piano che riguarda Palermo: «Diventerà Zes l'area del porto di Palermo. Era inserita anche l'area del prato che risulta però non utile e verrà sostituita dalle aree del rettorato e di palazzo Butera. L'idea è di far nascere un distretto culturale per le arti moderne». Diventerà Zes anche l'area del mercato ortofrutticolo e della stazione San Polo. E poi ancora un'area di 89 ettari a Brancaccio e la zona indistriale di Partanna Mondello dove ora ci sono la ex Coca Cola e l'Elenka.
A Termini Imerese è la zona del porto e la ex Fiat a essere stata identificata come Zes per un totale di 469 ettari. A Carini i vantaggi saranno nell'area industriale, in particolare dove nascerà il centro Rimed, per un totale di 326 ettari.
Figuccia ha anche anticipato che il piano della giunta precede che «ad Agrigento l'area Zes sarà estesa per 247 ettari, a Caltanissetta per 100 ettari, a Trapani per 297 ettari e a Palermo per 1.075 ettari». Ciò perché l'impostazione su cui la Regione ha dovuto lavorare prevede un limite massimo di estensione che può essere poi divisa fra vari territori.
La giunta ha molto usufruito della possibilità di parcellizzare l'area Zes in varie micro-aree. E proprio questa è una delle critiche dei sindacati: «La logica iniziale - ha spiegato ieri Claudio Barone, segretario regionale della Uil - era quella di valorizzare i porti, gli interporti e la aree limitrofe. Eppure nell'elenco delle future Zes sono finite aree di Enna e Caltanissetta. Segnale che c'è stata una eccessiva frammentazione, forse perché un pezzettino di territorio con sgravi e facilitazioni amministrative non si nega a nessuno. Noi però siamo favorevoli alle Zes e chiediamo anche di recuperare i ritardi degli anni scorsi per evitare che questa opportunità non sfruttata venga ceduta dal governo nazionale ad altre Regioni aumentando le loro Zes.