Obbligo di dimora, per la durata di tre anni, a Trapani per l'ex senatore Antonino D'Alì. In pratica è stata accolta la richiesta della Procura distrettuale antimafia di Palermo che ritiene l'esponente politico "socialmente pericoloso" per i suoi presunti contatti con Cosa nostra.
Una richiesta che, peraltro, era stata avanzata quando D'Alì si era candidato a sindaco di Trapani. Oggi la decisione del tribunale per le misure di prevenzione di Trapani è stata depositata in cancelleria.
Non c'è, insomma, pace per l'ex senatore alle prese con le sue vicissitudini giudiziare dopo che la Corte di cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d'Appello di Palermo che nel settembre del 2016 lo aveva assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per i fatti che gli erano stati contestati successivamente al 1994 mentre quelli a lui imputati nel periodo antecedente erano stati prescritti. Adesso un altra tegola.