Sacchetti di urina legati a delle grucce.
Sono stati trovati a Triscina, di fianco una panchina, davanti il teatro “Franco Franchi e Ciccio Ingrassia”. Sono rimasti lì a terra da martedì mattina ed erano ancora lì il giorno in cui il teatro ha finalmente ripreso a funzionare, dopo anni di abbandono e degrado.
“Incanto di mare, profumo di sale” è il nome della pregevole rassegna culturale, nata per riscoprire il senso della bellezza ed ingiustamente profanata da un gesto così incivile.
Sembrerebbe davvero una violenza gratuita contro la bellezza ed il riscatto di una borgata, purtroppo da tempo sotto i riflettori soltanto per l’abusivismo e le demolizioni.
Non c’è però alcun collegamento tra il pessimo ritrovamento ed il teatro.
Si tratta infatti di un “regalo” di pessimo gusto che proviene dal mercatino del lunedì.
Non essendo stati previsti i bagni chimici per i mercatisti, qualcuno ha avuto l’idea di fare pipì nei sacchetti e poi abbandonarli, come se fosse un problema usare il bagno di qualche bar nelle vicinanze.
Un comportamento che in realtà non è inedito nel contesto dei mercatini delle borgate di Castelvetrano, se si pensa alla loro sospensione da parte delle commissione straordinaria nell’agosto del 2017. Una sospensione che non era fondata soltanto sul fatto che molti mercatisti non pulivano i propri spazi prima di andar via.
Infatti, proprio a Triscina, erano stati trovati diversi sacchetti pieni di urina, perché mancavano i bagni chimici e la distanza dai bar era maggiore (il mercato si svolgeva infatti in un’area più periferica rispetto a quella attuale).
Viene da pensare che in un mondo normale, gli operatori avrebbero preteso l’installazione dei bagni chimici. Ma probabilmente il reclamo sarebbe stato abortito dal fatto che molti non avevano pagato l’occupazione del suolo ed avevano scelto di adattarsi.
Oggi però le cose sono diverse: il mercato si svolge in una zona molto centrale di Triscina e gli operatori dovrebbero essere tutti in regola coi pagamenti.
Abbiamo chiesto lumi all’assessore Manuela Cappadonna, che ci ha spiegato di non aver previsto i bagni chimici perché nei dintorni del mercato di Triscina ci sono tre bar, una pizzeria ed un panificio.
“Si tratta di esercizi commerciali pubblici, obbligati per legge a consentire l’uso del bagno”.
Peccato però che, se il cliente non consuma nulla, quest’obbligo di legge non esista.
Può darsi quindi che il mercatista dei sacchetti di urina, non avesse avuto alcuna intenzione di prendere nemmeno un caffè o una bottiglietta d’acqua, ripiegando sul vecchio “metodo” del 2017.
Certo, “è la prima volta che succede” ha affermato l’assessore. Anche perché è stata tutti i lunedì sera a Triscina, insieme alla polizia municipale, per fare i relativi controlli ed ha assicurato che il prossimo lunedì resterà fino alla fine e controllerà con i vigili tutti i mercatisti.
“Già abbiamo fatto due sequestri per merce contraffatta, cd e scarpe – ha aggiunto - Sequestri che fanno parte del progetto ‘spiagge sicure’. Ma ovviamente non ci limitiamo solo a quello. Per esempio al mercatino di Selinunte , su quaranta operatori, avevano pagato il dovuto al Comune soltanto in quindici: alcuni pagheranno la prossima settimana, altri hanno rinunciato.
Ad ogni modo, non si transige. Occorre tenere pulito, se no revochiamo l’autorizzazione”.
Egidio Morici