Sono numeri sconfortanti quelli sui laureati in Sicilia. Dati che confermano che una volta presa la Laurea i migliori vanno via. Già nell’isola c’è il minor numero di laureati in Italia una percentuale del 13,2 per cento — e quelli che arrivano a conseguire il titolo, secondo i dati Istat vanno via. Dal 2008 al 2017 l’Isola ha perso 13 mila laureati under 35 ai Paesi esteri.
Mentre sono 39 mila i giovani che si sono trasferiti in altre regioni italiane dopo aver completato gli studi. Ad andare via – afferma il direttore della Svimez, Luca Bianchi — è soprattutto la classe agiata: i giovani sui quali le famiglie possono investire». Iesto emigrazione verso l’estero in soldoni è anche una perdita economica per la Sicilia che ha perso oltre 2,5 miliardi in un decennio. Secondo il Centro Studi di Confindustria, infatti, la spesa sostenuta dalla società per la formazione di una persona fino ai 25 anni ammonta a circa 38 mila euro per il sistema formazione e a 165 mila euro per la famiglia, per un totale di 203 mila euro, moltiplicato per ciascuno dei 13 mila laureati che si sono trasferiti.
Sono tanti gli esempi degli giovani siciliani all’estero, che qui non riescono a far valere il loro titolo di studio, mentre all’estero sono ricercati e valorizzati dalle aziende dove lavorano o in certi casi anche nelle pubbliche amministrazioni, dove, qui, invece, non si fanno più i concorsi.
Un declino del capitale umano con relative conseguenze economiche e un declino che si ripercuote sull’occupazione. I dati della Banca d’Italia confermano che il 66,6 per cento dei laureati siciliani ha un lavoro, mentre secondo Alma-Laurea il 16 per cento degli studenti che nel 2011 hanno completato gli studi all’università di Palermo era ancora disoccupato cinque anni dopo.
Questo è il motivo principe per cui i laureati vanno via. C’è chi va in Spagna, chi in Gran Bretagna, chi in Portogallo, dove si crede molto nei giovani e si danno loro opportunità, cosa che questo Paese e questa Regione non fanno.
Nel 2018, secondo il rapporto Svimez, tra i 17mila, migranti economici siciliani più della metà hanno meno di 35 anni. Alla fine del 2018 la Sicilia è scesa per la prima volta sotto quota cinque milioni di residenti con un trend di spopolamento che secondo l’Istat nei primi tre mesi di quest’anno non si è arrestato.
Un travaso di capitale umano del quale beneficia per lo più la Lombardia. Solo nel 2017 — estendendo l’analisi a tutti, laureati e no — vi si sono trasferiti 4.882 siciliani, per una classifica fra le regioni che vede al secondo posto l’Emilia-Romagna (2.405) e al terzo il Piemonte (1.570).
Destinazioni nelle quali spesso si insegue un sistema formativo migliore: ancora secondo la Svimez, 40 mila siciliani studiano infatti nelle università del resto del Paese in particolare nel centro nord, continuando a spopolare un terra sempre più abbandonata.