Sui lavori che a Trapani sono in corso presso il palazzo delle Posta di Piazza Vittorio Veneto, che hanno scatenato le polemiche specie sui materiali utilizzati per il prospetto, c'è l'intervento della sezione trapanese di "Italia Nostra", che con una nota pubblica conferma di aver chiesto alla Soprintendenza ai beni culturali di Trapani e alle Poste di poter dare il proprio contributo nel restauro.
"Questa sezione di Italia Nostra di Trapani è pronta a collaborare con i distinti Uffici - scrivono i rappresentanti di Italia Nostra - per raggiungere il comune scopo di tutelare e proteggere i beni del nostro territorio. Tuttavia non può omettere di manifestare una forte preoccupazione circa le tecniche, le pratiche e le metodologie poste in essere su uno dei più rappresentativi esempi del Liberty italiano, a firma dell’architetto La Grassa. Il progetto è del 1924 mentre l’edificio venne completato nel 1927".
"Si ha la sensazione che il pregevole manufatto non venga sottoposto all’auspicato restauro, - continuano - i cui protocolli procedurali sono conclamati ancorchè necessari nel caso in specie, quanto piuttosto di ristrutturazione edilizia: i materiali utilizzati e le tecniche per il ripristino dell’apparato decorativo sembrano essere impropri".
I rilievi sul materiale utilizzato per il restauto - "Tra tutto, ivi compreso il materiale utilizzato per la finitura parietale, risulta incomprensibile la scelta, che non si sa sia stata progettuale o di cantiere, di rimuovere grande parte dei fregi in calcarenite da taglio ed intonaco misto a polvere di marmo, probabilmente giustificando tale intervento in forza dello stato di degrado dei materiali, ovviamente vetusti eppure mai sottoposti, colpevolmente, a manutenzione nonostante anche la vicinanza del mare".
E Italia nostra pone chiede alla Soprintendenza di effettuare una attenta verifica circa le effettive competenze tecnico amministrative dei soggetti interessati, se le imprese esecutrici hanno i requisiti SOA per eseguire opere in categoria OG2 nonché una verifica diretta dei lavori in corso; di effettuare una revisione del progetto sottoposto a Autorizzazione; di attivarsi prontamente, con gli strumenti di competenza, qualora risultassero delle difformità ovvero si pervenisse alla determinazione di tutelare il Bene attivando procedure meno invasive di quelle finora poste in essere.
Mentre alle Poste vengono poste delle domande relative ai lavori: A seguito di quale procedimento è stato esperito l’appalto?; Chi è il responsabile del procedimento?; Qual è la stazione appaltante?; A seguito di quali pareri ed autorizzazioni il progetto è stato giudicato meritevole di approvazione? E’ possibile avere un elenco dettagliato e circostanziato?; Qual è l’importo dei lavori?; Quali sono le generalità complete del progettista e direttore dei lavori ed a quale Ordine esso è iscritto?; L’impresa esecutrice possiede i requisiti SOA per eseguire opere in categoria OG2?; Quali lavori esegue l’impresa subappaltatrice e che requisiti SOA essa possiede?; Chi è il Responsabile di Cantiere?; E’ possibile visionare gli elaborati contrattuali relativi ai lavori in corso?.
"Consapevoli delle difficoltà gestionali in un contesto così ricco di beni culturali ed ambientali - conclude Italia Nostra - qual è il territorio di Trapani siamo convinti che, nonostante tutto, l’azione di tutela per l’opera d’ingegno e per la manualità artistica del passato non possa derogare né possa piegarsi ad interessi o orientarsi verso le “facili soluzioni”: perché la perdita di quei valori costituisce un danno non recuperabile che nessun semplicistico clone posticcio potrà restituire".