La celebrazione a Torre Pellice (Torino) - per una settimana, da domenica prossima - del Sinodo annuale delle Chiese metodiste e valdesi, ripropone una riflessione sulla storia di una comunità cristiana che, pur esigua per numero, ha costituito per secoli, in Italia, una spina nel fianco del papato. Valdo era un ricco mercante di Lione: deciso ad una sequela radicale di Gesù, dà le sue ricchezze ai poveri e, pur essendo laico, inizia a predicare liberamente l'Evangelo. Alessandro III, quando a Roma nel 1179 si celebra il Concilio Lateranense III, accoglie con benevolenza il francese, ma non consente che egli e i suoi discepoli, fondandosi sulla Bibbia, mettano di fatto in questione le gerarchie ecclesiastiche. I "valdesi", però, insistono nelle loro scelte, e così, quando il loro movimento inizierà a diffondersi in Italia, papa Lucio III nel 1184 li scomunica, e a Verona ne condanna alcuni di loro al rogo. Infine, i valdesi si fisseranno soprattutto in alcune valli del Piemonte, spesso perseguitati dalle autorità cattoliche. Nel 1523 aderiranno poi alla Riforma protestante, nella versione calvinista. Solo nel 1848 Carlo Alberto concederà loro le libertà civili. Poi, dopo la fine dello Stato pontificio, con l'unità d'Italia fisseranno il loro centro amministrativo a Roma. Qui, nel 1914, inizieranno il culto nel loro nuovo tempio, costruito ad un chilometro dal Vaticano. E papa Benedetto XV li definirà "ladri di fede". Nel 1975 i valdesi si sono uniti ai metodisti, formando un'unica Chiesa. Essa ha nel Sinodo - composto da 180 persone, donne e uomini, metà pastori e pastore, metà laici - il loro massimo organo dirigenziale, e tutte le decisioni sono prese democraticamente. Nell'insieme i loro fedeli in Italia sono circa trentamila. Finita l'emarginazione, appesantitesi sotto il Fascismo, i loro rapporti con lo Stato sono stati infine regolati, nello spirito della Costituzione, dall'Intesa del 1984. Dopo il Concilio Vaticano II (1962-65) è iniziato un dialogo tra cattolici e valdesi. E quando il 22 giugno 2015 papa Francesco si è recato a Torino, visitando là il loro tempio ha affermato: «Da parte della Chiesa Cattolica vi chiedo perdono. Vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!». I valdesi, oltre che confermare tenacemente l'impostazione biblica della loro ecclesiologia, negli anni più recenti si sono molto impegnati (insieme alla Comunità cattolica di sant'Egidio) nel soccorso dei migranti. Perciò hanno inventato i "corridoi umanitari": in accordo con le Autorità italiane, essi fanno arrivare in Italia, con aerei di linea, persone che fuggono in particolare dai drammi del Medio Oriente. Aiutati dall'otto per mille che molte persone, anche non loro aderenti, destinano ad essi, i valdesi hanno accolto finora, a loro spese, duemilacinquecento migranti. Un modo concreto di inverare, nella complessità della storia, l'Evangelo.
Luigi Sandri in “L'Adige” del 19 agosto 2019