Che tenuta avrà questo Governo Conte bis non possiamo saperlo, vero è che Sergio Mattarella, il Capo dello Stato, ha chiesto una sostanziale nonché formale durata della legislatura.
Giuseppe Conte è al lavoro, sta incontrando le delegazioni dei vari partiti, c’è una squadra di governo da formare. L’accordo con il Pd ha creato dei problemi di credibilità ai Cinque Stelle, stessa cosa per i dem.
Sui social si rincorrono video di quando sia Luigi Di Maio che Nicola Zingaretti si etichettavano a vicenda e giuravano che “Mai con il Pd” o “Mai con i grillini”.
La politica ha saputo dimostrare che le giravolte sono state tante, tutte in poche settimane, ha messo a nudo le fragilità dei partiti non pronti alle elezioni, ha svelato il vero volto di Matteo Salvini.
Se è vero come è vero che l’inciucio Pd-M5S era pronto da mesi, e lui stesso ne era a conoscenza, perché staccare la spina e consentire la nuova formazione di governo?
Salvini non è un politico, non sa nulla di strategie e nemmeno di apparato. Ha dimostrato di sapere acciuffare il consenso, vedremo se resisterà oltre il Viminale.
Intanto cresce il malcontento della base leghista per avere consegnato il Paese in mano alla sinistra, cala anche il potere contrattuale con gli alleati di centrodestra, Berlusconi preferisce fermarsi ad un freddo saluto.
L’unico partito che tiene dritta la barra della coerenza è Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ed è la vera antagonista di Salvini nonostante le sue percentuali siano risicate. Consenso destinato a crescere.
Pochi giorni per Conte per formare un governo, le questioni sono sul tavolo, tanti i nodi da sciogliere a cominciare dalla divergenza di vedute su temi centrali come l’immigrazione e la riduzione dei parlamentari.
La novità è rappresentata dal fatto che il Presidente del Consiglio chiede mani libere per i nomi dei Ministri, alcuni nomi vecchi rimarranno in esecutivo altri potrebbero essere nuovi, non provenienti dal mondo politico.
Questo accordo Pd-M5S cosa produrrà sui territori?
E’ rispuntato l’ex governatore Rosario Crocetta che ha ipotizzato un futuro governo regionale con questa alleanza essendone stato lui stesso, anni fa, un precursore. Chissà cosa ne pensano i deputati regionali dem che più volte hanno creato l’assist ai pentastellati di Sala d’Ercole.
E nelle varie città? A Marsala c’è un solo consigliere comunale grillino, Aldo Rodriquez, che nei cinque anni di sindacatura Pd è stato la vera opposizione alla giunta guidata da Alberto Di Girolamo. Ipotizzare che si possano presentare in coppia alle amministrative del 2020 è da escluderlo.
Ma a Marsala l'accordo tra Pd e 5 Stelle causa già le prime ripercussioni. Perchè sta per lasciare il Movimento Stefano Rallo, storico attivista, candidato al consiglio comunale nel 2015 e alle regionali nel 2017, animatore dei grillini marsalesi, componente della vecchia guardia del Movimento. Rallo è pronto a lasciare il Movimento in caso di governo Pd-5S, cosa che non si verificherebbe solo con colpi di scena.
Ad Erice, il consigliere Alessandro Barracco ha rassicurato tutti: nessun accordo, mai con la sindaca del Pd, Daniela Toscano.
A Trapani le due rappresentanti dei Cinque Stelle, Chiara Cavallino e Francesca Trapani, sono all’opposizione e lì resteranno.
Insomma, l’accordo nazionale pare non avrà alcuna ricaduta sulle questioni amministrative e regionali in Sicilia.
La politica, tuttavia, ci ha abituati a repentini cambi di idea e di alleanze.
Mai dire mai. L’effetto sorpresa potrebbe essere dietro l’angolo.