A soli 8 anni nella gang addestrato a diventare boss. Parlava con il papà di traffico di droga e armi.
È quanto emerge dall'inchiesta "Cattiva Strada", che ha sgominato un'organizzazione con base nella Piana di Gioia Tauro dedita al traffico di cocaina e marijuana.
Tredici le ordinanze di custodia cautelare, otto in carcere e cinque ai domiciliari.
Dalle intercettazioni emerge la "spregiudicatezza criminale" di A.C., 46enne di Gioia Tauro ritenuto capo dell'organizzazione, che non esitava a mettere al corrente il figlio delle attività criminali, inducendolo a prendervi parte.
Il capo della Procura antimafia di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri ha parlato di uno "spaccato inquietante di elevato allerme sociale su cui bisogna riflettere ben oltre le responsabilità penali".
"A quel bambino - spiega il procuratore - il papà insegnava i comportamenti tipici della mafiosità, informandolo dei traffici di stupefacenti e di armi, raccontandogli persino dei contrasti con altri sodalizi criminali".
Lo istruiva sui vari tipi di droga, su come riconoscere le varie sostanze, come tagliarle e confezionarle.