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10/09/2019 06:00:00

Guerra a Cinque Stelle: l'onorevole Aiello denuncia il ministro Bonafede. Ecco perchè

 Nuovo fronte di guerra interna nel partito dei Cinque Stelle, in provincia di Trapani. La deputata del collegio, Piera Aiello, ha denunciato il Ministro della Giustizia, il mazarese Alfonso Bonafede. Con lui ha denunciato anche l'ex Ministro dell'Interno, Matteo Salvini. 

Come mai? Piera Aiello è una testimone di giustizia. Nel 1991 rinnegò la famiglia mafiosa di Partanna, durante la guerra di mafia del Belice, e cominciò a collaborare con i magistrati. Da allora ha una nuova identità, segreta. Aiello ritiene che il ministro Bonafede abbia messo a repentaglio la sua sicurezza, rendendo pubblici i suoi dati. Ma è proprio così? Ovviamente, no.

Chi ha seguito in questi mesi le inchieste di Tp24.it, sa quello che sta accadendo. Tp24, infatti, ha scoperto che Piera Aiello si è candidata alle elezioni con un documento, un certificato elettorale, non valido, che attestava la sua residenza a Partanna, e il suo diritto all'elettorato, attivo e passivo, quando in realtà la signora da anni si chiama in un altro modo e ha un'altra identità.

Una vicenda che ha portato adesso Aiello ad essere indagata per falso dalla procura di Sciacca, mentre la Camera dei Deputati potrebbe invalidare la sua elezione. E' proprio da questo episodio che è partita, dicono fonti ministeriali a Tp24, la richiesta congiunta dei due ministeri di cancellare l'altra identità di Aiello, dato l'"abuso" che è stato commesso.

Una donna, testimone di giustizia, ottiene dallo Stato un altro nome, un'altra identità, un posto di lavoro pubblico. In cambio di questi benefici dovrebbe mantenere, diciamo, la riservatezza. E invece Aiello non solo si è candidata alla Camera dei Deputati, ma lo ha fatto calpestando tutti i dispositivi di sicurezza che per lei erano stati attivati. 

Non solo, a rendere ancora più paradossale la vicenda è il fatto che Piera Aiello è finita sotto processo per aggressione a Roma. Lì, come abbiamo raccontato su Tp24, è bastato presentarsi durante l'udienza del processo, per vederla rispondere, pubblicamente, con il suo altro nome, che era anche nello statino affisso alla porta dell'aula di giustizia.

Insomma, Piera Aiello oggi accusa il Ministro Bonafede di aver messo a rischio la sua sicurezza con un'improbabile "fuga di notizie", ma i fatti raccontano altro: è stata lei a mettere a rischio la sua sicurezza, vanificando gli sforzi dello Stato. 

E' chiaro che sullo sfondo c'è altro. La deputata Aiello ha caratterizzato questo primo anno e mezzo di attività per una grande pochezza di attività. Prima sostenitrice della Lega di Salvini, è subito diventata alleata del Pd quando si è paventato il rischio di andare al voto (e perdere il posto da parlamentare ...).

Le vicende che l'hanno coinvolta (oltre a quelle citate c'è lo scandalo, raccontato sempre da Tp24, dell'associazione antiracket di Marsala, oggi cancellata dall'albo della Prefettura) l'hanno però via via isolata nel Movimento, e il suo astio nei confronti del ministro Bonafede ne è la dimostrazione. 

Su Facebook, in un italiano un po' confuso (scrive, ad esempio: "è stato commesso una grave fuga di notizie riguardanti la mia famiglia..."), Aiello comunica la decisione di voler denunciare Bonafede. Non spiega bene quello che accade, ma incrociando le informazioni, la situazione è questa: è partito il provvedimento per la revoca dell'identità "segreta", lei vuole fare ricorso, ma non le consentono, per ora, di accedere agli atti. Aiello stesso scrive che comunque ha fatto già ricorso...

Il provvedimento è contenuto in un decreto interministeriale del 3 Maggio 2019. Lo si evince proprio dall'immagine della comunicazione che Aiello pubblica. In questo documento si cita proprio il decreto con il quale "è stato stabilito di far riassumere le generalità originarie...".