Il consiglio comunale di Trapani ha approvato il Bilancio di previsione 2019-2021.
Sono stati diciotto i voti favorevoli e quattro i contrari: le due pentastellate Trapani e Cavallino, Gianformaggio e La Barbera.
Non ha partecipato alla discussione né alla votazione dell’atto il consigliere Giuseppe Lipari che ha abbandonato l’aula, non senza polemica, dopo avere ritirato diciannove emendamenti che portavano la sua firma.
La polemica nasceva dalla tempistica con cui si doveva intervenire, Lipari chiedeva di avere tutto il tempo necessario e non contingentato, si contingenta, peraltro, per esigenza politica.
Anche il Parlamento Europeo prevede tempi di intervento per i deputati molto brevi. Del resto non è la quantità la l’efficacia di ciò che si dice.
Voci di Palazzo sostengono che Lipari aveva altri impegni, non improvvisi, che lo avrebbero portato fuori sede, riunione dei giovani dell’Anci a Palermo, e quindi ha lasciato l’aula consiliare con una scusa.
I diciannove emendamenti di Lipari prevedevano un impegno di spesa di 1000 euro ciascuno che riguardavano l’istruzione universitaria, la pesca, settore agricolo, per l’artigianato e così via.
Quello che non si comprende è come mai in settori così importanti si possa pensare di prevedere appena 1000 euro, sottratti ad altri capitoli, per poter finanziare le attività indicate da Lipari. Parlare di esclusione sociale, di diritto alla casa con una cifra che non risolverebbe nemmeno una virgola indica solo la strumentalità degli stessi.
Il consigliere Lipari parla di un ulteriore violazione al diritto a poter dire la sua in aula: “Quello che è successo in Consiglio Comunale di Trapani è l’ennesima coltellata al principio democratico della libertà di manifestazione del pensiero. Con una maggioranza tiranna ed un Presidente del Consiglio ignorante del regolamento d’aula, si è limitato il tempo a 20 minuti per gli emendamenti e a 40 minuti per discutere l’intero atto del Bilancio di Previsione, circostanza che -di fatto- mi mette nuovamente bavaglio. L’art. 12 del regolamento invocato per la decisione, non poteva trovare applicazione in quanto la discussione era già iniziata con gli interventi dell’Assessore al Bilancio, del ragioniere capo e del presidente del Collegio dei Revisori. Evidentemente da quelle parti il garbo istituzionale non è di casa, visto che con un bilancio in ritardo andava quantomeno riconosciuta la possibilità di parlare agli oppositori”.
Lipari continua, poi, la sua nota contro il sindaco Giacomo Tranchida: “ Capisco voglia al suo fianco solo Yes-Man e che non apprezzi le teste pensanti o le sorprese, ma avrebbe potuto avere quantomeno il rispetto di presentarsi in Aula e confrontarsi con chi la pensa diversamente da lui sul bilancio di previsione approvato dalla sua Giunta. Evidentemente si vergognava troppo di aver tagliato una serie di servizi sociali come l’assistenza domiciliare agli anziani ed il pagamento delle rette dei disabili psichici, e di non aver previsto nemmeno un euro a favore delle politiche giovanili. Insomma, gli ennesimi Cambia-NENTI”.
Una volta approvato il Bilancio lo strumento è stato reso immediatamente esecutivo.
All’interno della seduta di ieri il consigliere Dario Safina si è dimesso dalla carica di rappresentante consiliare, al suo posto arriverà Enzo Guaiana, mantenendo così solo il ruolo di assessore.
Da Safina sono arrivate a Palazzo Cavarretta le lezioni di alta politica, nonostante la giovane età, ha sempre mostrato l’oratoria di chi sa quello che dice.
In un primo momento ha stigmatizzato la collega Cavallino, del movimento Cinque Stelle, circa la capacità di essere democratici: “La democrazia non è un plus”. La discussione ruota attorno ad un emendamento, poi bocciato, delle grilline di circa 96 mila euro, emendamento inammissibile, che riguardava la missione uno con somme sottratte agli organi istituzionali.
La Trapani indica la posizione di Safina come demagogica, l’assessore ha ribattuto per le rime: “Si può essere opposizione ma opposizione seria. Per voi è più facile cavalcare l’antipolitica, studiare vi porta disturbo”.
Nessuna lezione, dice Safina, da chi ha prodotto il peggior governo della storia repubblicana insieme alla Lega.
In sottofondo rumoreggiava la consigliera Anna Garuccio che ha rinfacciato la posizione del Pd al governo con i pentastellati, Safina stizzito la zittisce: “Lei non ha nemmeno idea di cosa sia il coraggio”.