Gianfranco Miccichè vola ad Arcore, lo aspetta un incontro con il presidente Silvio Berlusconi.
Parte nella duplice veste di presidente dell’ARS e di commissario siciliano di Forza Italia, di cose da discutere ce ne sono. A cominciare dai conti della Regione e da un Collegato che è stato bloccato, nessuna spesa è possibile effettuare, c’è un disavanzo a cui far fronte, grazie a quello lasciato dal precedente governo del Pd a guida Rosario Crocetta.
Miccichè non ci sta, l’esecutivo regionale ha scaricato le colpe al Parlamento.
Non accetta lezioni di economia l’assessore con delega Gaetano Armao, le sue dimissioni sono state chieste dal deputato dem Antonello Cracolici, a volere fuori dalla giunta Armao anche Miccichè che ne chiede la sostituzione già da mesi.
Il vice presidente della Regione lo scrive su facebook: “Leggo di alcuni maldestri tentativi di creare confusione. Questa la realtà. 400 milioni di euro di maggior disavanzo delle precedenti legislature rilevato nel confronto con la Corte dei Conti e non emerso neanche nel giudizio di parifica dell’ultimo esercizio 2017 (governo Crocetta) che peraltro ha scaricato altri 2,1 miliardi di euro di nuovo disavanzo sulla legislatura appena iniziata. Abbiamo definito una complessa operazione-verità per avere conti in regola che ha imposto la verifica di 78000 voci di 27 anni di bilanci. 400 milioni che nel 2015, se rilevati e contestati, si potevano ripianare in 30 anni, ma che adesso peseranno su tre anni. Residui ed errori del passato che eliminiamo e che paradossalmente servono ad attaccare il governo.
Per chi vuol sapere come stanno le cose riporto il documento elaborato per l’Ars”.
Gli errori di Baccei e di Crocetta vengono adesso alla luce.
E da Varese è Berlusconi ad affermare che l’Isola versa in condizioni gravi, con la necessità di lavorare ad un piano di emergenza per evitarne il collasso definitivo.
C’è compiacimento da parte di Nello Musumeci, presidente della Regione, per le parole pronunciate da Berlusconi: “Questa Terra è stata massacrata e devastata da troppi che, a Palermo come a Roma, hanno tradito la fiducia degli elettori. Come se non bastasse è di questi giorni la notizia che il disavanzo accumulato in circa trent’anni è arrivato a oltre 7 miliardi di euro. Noi ci facciamo carico anche del risanamento, come mai accaduto nel passato. Ma lo Stato non può restare a guardare: vogliamo fatti".
L’incontro tra Miccichè e Berlusconi sarà l’occasione per parlare delle sorti di Forza Italia con un occhio attento al nuovo partito di Matteo Renzi, Italia Viva.
Al contenitore di neo formazione guardano in tanti, bisognerà capire in quale direzione andare, i forzisti hanno i numeri in Sicilia, per il resto il 5% scarso è davvero pochissima cosa. Al momento si guarda con attenzione e si attende, come tutte le cose nuove non è detto che funzionino o che abbiano successo.
C’è chi pensa, a ragion veduta, che fuori i partiti non c’è nulla e che la casa è quella tradizionale. Al momento è in atto una grande forza aggregatrice che fa ben sperare.