Una seduta “segreta” del consiglio comunale di Marsala. Roba che neanche la massoneria metterebbe in piedi. E’ stata convocata per oggi, mercoledì 25 settembre, dal presidente del Consiglio comunale Enzo Sturiano.
Di cosa si tratta? In realtà il presidente del consiglio comunale ha steccato il termine. Non si dice “segreta” ma “a porte chiuse”. Una seduta a porte chiuse, senza pubblico, senza diretta streaming, con i soli consiglieri comunali e i funzionari. Nessun altro. Tutto, appunto, “segreto”, l’intenzione è quella. Ma per parlare di cosa?
Il consiglio comunale, in gran segreto, dovrà parlare del lavoro fatto dalla commissione di inchiesta sui servizi sociali. Un lavoro di indagine da parte di alcuni consiglieri comunali, voluto soprattutto da Daniele Nuccio e Michele Gandolfo, su quello che succede nei servizi sociali a Marsala. Hai detto niente? Un argomento di importanza enorme, la cui discussione non potrà essere resa pubblica. E perchè? Cosa c’è da nascondere? E’ incredibile, infatti, che su temi così importanti si faccia un consiglio comunale a porte chiuse, “segreto” appunto. Un tema che riguarda servizi pubblici, resi con soldi pubblici, e che riguardano una buona fetta della popolazione. Sono fatti pubblici, appunto, perchè non renderli pubblici?
Vedremo cosa riuscirà a trapelare, anche se i consiglieri mantengono il gran, appunto, segreto su quello che bolle in pentola. Ci sono infatti questioni molto spinose nei servizi sociali a Marsala, che coinvolgono politici e anche funzionari comunali. La commissione di inchiesta ha stilato una relazione che verrà sicuramente letta in aula ma, sembra, con degli omissis su alcuni punti chiave. Una relazione impoverita, insomma, senza quelle parti che sono sotto l’attenzione della Procura della Repubblica.
La commissione d’inchiesta sui servizi sociali, infatti, aveva trasmesso la relazione alla Procura di Marsala che ha deciso di vederci chiaro già da inizio anno.
Su cosa si indaga: il modo in cui vengono distribuiti gli incarichi agli assistenti sociali, gli appalti presi dalle diverse cooperative in tutti i servizi, a largo raggio, dall'assistenza domiciliare agli anziani, alla formazione delle graduatorie, fino all'assistenza ai "minori non accompagnati". Punti critici: il doppio ruolo di funzionari della pubblica amministrazione e politici che hanno avuto interesse particolare per alcune cooperative; la selezione di alcuni assistenti per dei progetti portati avanti dal Comune fatta a discapito dell'evidenza di alcuni curriculum presentati; i legami di parentela tra alcuni professionisti selezionati e funzionari del Comune e politici locali; il ruolo attivo di alcuni consiglieri comunali in cooperative o enti del terzo settore che si occupano di assistenza. Sono solo alcuni dei nodi venuti fuori in questi mesi e che meritano un approfondimento per valutare gli eventuali profili penali, dall'abuso d'ufficio fino alla concussione.
Di ciò che non va nel delicato settore della solidarietà a Marsala ce ne siamo occupati in diverse occasioni su Tp24. Sono tanti gli esposti anonimi arrivati in Comune che denunciano casi di conflitti di interessi, familismi, e anomalie varie.
A fine 2018 i Carabinieri hanno fatto visita prima all'ufficio dei Servizi Sociali, poi a Palazzo VII Aprile, sede del consiglio comunale.
In quest'ultima sede, si sono fatti consegnare copia dei verbali delle riunioni della Commissione d'inchiesta portata avanti dal consiglio sul funzionamento dei servizi sociali. Si tratta di una commissione fortemente voluta dal consigliere comunale Daniele Nuccio, che è stato presidente dell'organismo di indagine interna al Comune fino a poche settimane prima dell’avvio dell’indagine, prima di dimettersi tra le polemiche. Aveva denunciato, infatti, di aver avuto "ostruzionismo" da parte dell'Amministrazione Comunale. E qui viene il punto. Perché Nuccio si sarebbe dimesso anche in seguito ad una lettera anonima che ha ricevuto, con fatti circostanziati, e che ha girato in Procura. Da qui, il nuovo impulso alle indagini. Dal canto suo il sindaco Alberto Di Girolamo ha dichiarato che nè lui “nè tanto meno l’assessore alle Politiche Sociali, Clara Ruggieri, o altri esponenti della Giunta hanno mai fatto ostruzionismo nei confronti del Presidente della Commissione d’inchiesta sui servizi sociali o dei suoi componenti”.
Cosa succederà oggi? Sarà un segreto, forse. Ma è certamente incredibile che, su fatti che riguardano un settore che ogni anno impegna circa 20 milioni di euro di fondi comunali, si faccia una discussione a porte chiuse.