Nel corso di un esame diagnostico, avrebbe perforato il colon-retto di una donna. Per questo, il giudice civile del Tribunale di Trapani Monica Stocco ha condannato un medico di Alcamo, Antonino Ferrara, di 69 anni, a pagare quasi 79mila euro alla vittima di questo ennesimo caso di “malasanità”: Vincenza Di Girolamo, che nel 2012, quando effettuò l’esame, aveva 73 anni.
Ad assisterla sul piano legale è stato l’avvocato marsalese Antonio Consentino. Il medico alcamese, invece, è stato difeso dall’avvocato Vincenzo Lauria Lauria. Il dottor Antonino Ferrara, comunque, non sborserà i 78.791,26 euro, più interessi e spese legali, quantificati come ammontare del danno dal giudice. A pagare, infatti, sarà l’assicurazione del medico (Amtrust Europe Limited), che in giudizio è stata rappresentata dall’avvocato milanese Giovanni Bassi. Nel 2012, Vincenza Di Girolamo si rivolse al dottor Ferrara per effettuare una colon–rettoscopia. Ma subito dopo l'esame diagnostico, la donna cominciò ad accusare un forte dolore addominale, vomito e febbre. Tanto da rendersi necessario il ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso dell'Ospedale “San Vito e Santo Spirito” di Alcamo, dove fu immediatamente ricoverata nel reparto di chirurgia generale con diagnosi d'ingresso “addome acuto da perforazione colon-retto”. Dopo una serie di atroci sofferenze, necessari fastidiosissimi esami, ed un intervento chirurgico d'urgenza, la Di Girolamo venne dimessa dal nosocomio con questa diagnosi: “perforazione latrogena colon sin”. Davanti al Tribunale di Trapani, dopo una perizia svolta dai medici palermitani Cristina Linea e Sergio Cinque, “è emersa – spiega l’avvocato Antonio Consentino - la piena sussistenza del nesso di causalità tra esame colonscopico – rettoscopia eseguito dal medico alcamese e le gravi lesioni patite dalla Di Girolamo”. Hanno preso parte al processo, in quanto anch'esse chiamate in garanzia, pure l'Asp di Trapani, con gli avvocati Laura Lo Cicero e Daniela Bontà, nonché Amissima Assicurazioni, ex Carige Assicurazioni, rappresentata dall'avvocato Nicolò Solina, che comunque non sono state ritenute responsabili con Amtrust Europe Limited. Il giudice, infatti, ha ritenuto che la prestazione sanitaria del dottor Ferrara è stata esercitata in regime di attività libero professionale intramuraria. Quindi al di fuori delle procedure del Servizio Sanitario Nazionale, essendosi trattato di prestazione eseguita dal medico scelto dal paziente e destinato ad intervenire come libero professionista.