Non si fermano le polemiche a Mazara scaturite dal mancato pagamento della Tari da parte del sindaco Salvatore Quinci e dei suoi assessori.
A sollevare la questione dopo che il primo cittadino aveva annunciato una intensificazione della lotta contro i tanti evasori dei tributi cittadini, è stato il consigliere comunale di opposizione, della Lega, Giorgio Randazzo, che aveva conteso a Quinci la poltrona di primo cittadino alle scorse amministrative -, e che con una richiesta di accesso agli atti ha portato alla luce la posizione debitoria sia del sindaco che degli assessori.
Oltre ai tanti commenti sui social, il dibattito e lo scontro si è spostato, ovviamente, anche sul piano politico, con il sindaco che, da un lato si difende e dall’altro attacca proprio Randazzo, accusandolo di aver diffamato lui e la sua giunta.
"E’ un ennesimo polverone sollevato dal consigliere Randazzo, il quale, invece, di fare proposte per risolvere i mille problemi di Mazara - perché non ne ricordo una dopo cinque mesi – io mi ritrovo costretto a dover interrompere il lavoro del sindaco, della giunta e dell’amministrazione, per rispondere all’ennesima denuncia, accusa infondata. Il tema è serio e importante - le parole del primo cittadino nel corso di un'intervsita - ma per l’ennesima volta Randazzo ha preso l’ennesima cantonata. Voglio rassicurare tutti i cittadini: il sindaco e gli assessori non sono evasori. Evasore è chi nasconde la materia imponibile, chi non ritira i mastelli, chi non dichiara un immobile e così via. Sul tema della compatibilità della carica vorrei rassicurare, anche in questo caso, tutti i miei concittadini. Sindaco, assessori e presumo tutti i consiglieri sono compatibili. Non è affatto vero che ciascuno di noi è incappato nella incompatibilità. Il comma dell’articolo, cui fa riferimento Randazzo, afferma che, quando vi è un debito nei confronti del Comune esigibile e con messa in mora, allora vi è una causa di incompatibilità che può preesistere o sopraggiungere. Randazzo questa volta l’ha combinata grossa. Ha diffamato sei persone oneste. Ha diffamato il sindaco, ha diffamato cinque assessori e lo ha fatto a mezzo stampa, in modo aggravato. Ha scritto - continua il primo cittadino - che emerge una situazione di dichiarazione mendace riguardo alla compatibilità. Io ho avuto una relazione in cui mi è stato detto che il Randazzo ha richiesto copia e l’ha ricevuta in un CD, di tutte le notifiche di solleciti Tari 2014-15-16 rimasti insoluti da parte di tutti i cittadini di Mazara del Vallo. Io mi chiedo - conclude il sindaco Salvatore Quinci - a cosa serve nell’attività politica di Giorgio Randazzo, conoscere se il suo dirimpettaio, il suo vicino di casa o ex amico, ha ricevuto la cartolina e se l'ha pagata o non l'ha pagata".
Sulla vicenda, dopo l'ex primo cittadino Nicola Cristaldi, è intervenuta con una nota pubblica, anche l'ex consigliera comunale Isabelita D'Annibale, ex presidente della 1^ Commissione Consiliare nella ultima sindacatura Cristaldi: "Non posso che evidenziare le molte perplessità rimaste anche dopo l’intervista televisiva rilasciata dal Sindaco di Mazara in merito al mancato pagamento della TARI degli ultimi anni".
"Di certo le ragioni espresse dal Sindaco Quinci - continua la D'Annibale - a giustificazione del mancato pagamento della tassa sui rifiuti e per più anni non sono state convincenti, come non sono apparse convincenti le accuse che egli stesso ha fatto nei confronti dei lavoratori dell'ARO. Il sindaco accusa l’Ufficio ARO di concorso con impiegati comunali nella possibile diffamazione dello stesso ma, dalle informazioni assunte, i dati in possesso del Consigliere Randazzo sono stati consegnati a seguito di istanza di accesso agli atti e su esplicita indicazione scritta del Responsabile dei Tributi. A cosa serve questa accusa? non poteva far diversamente l'ARO e non cancella di certo il mancato pagamento della TARI del Sindaco".
La D'Annibale poi puntualizza anche sulla propria attività consiliare: "In merito alle asserire inattività dell’Ufficio Tributi denunciate da Quinci, si evidenzia che esse sono state riscontrate da me stessa quando ero in Consiglio Comunale quando ancora l’ARO non era a Mazara ed erano altri i Responsabili dei Tributi e altri chi gestiva la tassa sui rifiuti e che magari adesso si trova all’Ufficio di Gabinetto. Va anche evidenziato che il Sindaco evidentemente non conosce l’art. 10 bis del Regolamento delle Entrate, per altro inserito su mia proposta, e che ha permesso di concedere già oltre 1000 rateizzazioni. E’ chiaro che un regolamento specifico è utile, ma al momento ugualmente vengono concesse le rateizzazioni a chi ne fa richiesta".
Poi la D'Annibale specifica: "Il Sindaco ha dichiarato che non sono stati emessi avvisi di accertamento, quando invece tra il 2017 e 2018 sono stati emessi gli avvisi di accertamento 2012 e 2013 e le ingiunzioni di pagamento 2010 e 2011. Tutte attività poste in essere con l’avvento dell’Ufficio ARO".
In merito ai presunti avvisi di accertamento o emissioni tariffarie con presunta doppia imposizione, la D'Annibale dice la sua così: "vale la pena evidenziare che nel 2017 l’Ufficio ARO ha predisposto oltre 9000 questionari a seguito di una specifica sovrapposizione delle banca dati TARSU del Comune e banca dati del catasto. Si è proceduto a fare le modifiche per quei contribuenti che hanno risposto al questionario e di certo sono rimaste in vita le posizioni che riguardano le comproprietà che non sono state chiarite dal contribuente per cui vige il principio della mancata dichiarazione. Inoltre è molto ricorrente il caso che in un immobile a più piani, un piano era già presente in data base mentre l’ altro piano era completamente sconosciuto alla tassa rifiuti. In questi casi non si tratta di doppia imposizione.
Ad ogni modo, si è proceduto a moltissimi annullamenti degli avvisi di accertamento o alle modifiche degli stessi su istanza di parte e senza bisogno di alcun ricorso, ma semplicemente presentandosi al FRONT OFFICE o con istanza in autotutela presentata con mail pec o raccomandata".
"Se il Sindaco avesse voluto pagare la TARI - conclude la D'Annibale - e modificare la propria posizione doveva, per come vuole la legge e il regolamento IUC, entro 3 mesi dichiarare e presentare la documentazione a supporto dell'eventuale variazione come hanno fatto migliaia di concittadini, che non possono essere umiliati e considerati stupidi".