Ho conosciuto un tizio che si proclama sovranista. E in poco tempo ho scoperto che:
La sua auto è giapponese.
La benzina che mette nell'auto è araba.
Il gas con cui cucina e si scalda è russo.
La pasta che mangia è fatta con grano canadese.
I fagioli che mette nella pasta sono turchi.
Il novanta per cento degli indumenti che indossa sono cinesi.
Il suo cellulare è cinese.
Le sue scarpe sono cinesi.
La sua bicicletta è cinese.
Il suo computer è statunitense.
I social su cui passa tre ore al giorno sono statunitensi.
Il suo televisore è sudcoreano.
Sua moglie è rumena.
L'azienda per cui lavora è una multinazionale israeliana.
La lingua che parla è infarcita di parole inglesi e di altre origini (ce ne sono perfino trecento di origine araba, ma lui certo non lo sa!).
La religione che professa fu fondata da un ebreo.
Quest'anno in vacanza è andato in Croazia.
La badante di sua madre è peruviana.
Suo figlio di 25 anni è emigrato in Germania per lavorare.
Nella squadra di calcio per cui tifa giocano tre africani, due balcanici e uno slovacco.
Il tonno che gli piace tanto è pescato nell'Oceano Indiano.
Il merluzzo dei bastoncini adorati da sua figlia viene dall'Atlantico.
Il fidanzato di questa figlia è egiziano.
La ginecologa di sua moglie è polacca.
La salsa di pomodoro con cui condisce gli spaghetti canadesi è marocchina.
Il suo fruttivendolo è pakistano.
L'elettricista è un profugo curdo.
L'idraulico è tunisino.
La colf è filippina.
Il supermercato dove va abitualmente è francese.
Devo continuare? No, basta, per carità. L'elenco completo sarebbe una pizza infinita: dai film che guarda ai servizi che usa, alle tecnologie che invadono la sua vita, anche a sua insaputa. Perfino la bara in cui (tra molti anni, spero per lui) verrà rinchiuso il suo corpo sarà fatta con il legno di una foresta straniera. Dunque, che dire di un tizio che vive in questo modo, immerso in questa realtà, e al tempo stesso sbraita e vaneggia di sovranismo, autarchia, “prima gli italiani”, e altre ridicole fanfaluche di questo genere? In verità non c'è proprio nulla da dire. C'è solo da farsi cadere le braccia di fronte a tanta ignoranza, tanta cecità e tanta stupidità. Oppure da rotolarsi a terra per le risate. Don Chisciotte che scambiava per cavalieri i mulini a vento era perfettamente sano di mente, al confronto di questi sovranisti che si ostinano a credere nelle barricate, nei muri, nei dazi, nell'immutabilità e nell'indipendenza delle realtà locali. Sbavano di rabbia quando sentono pronunciare la parola “cuscùs”, e s'imbestialiscono per un tortellino alla carne di pollo, mentre s'ingozzano, senza nemmeno saperlo, di alimenti, più o meno sani, che provengono da tutti gli angoli del pianeta. Alla faccia del bicarbonato, direbbe Totò. Chissà, quello magari è ancora tutto italiano!
Selinos