E’ un conto salatissimo quello che l’Asp di Trapani presenta a sei dei personaggi coinvolti, nel 1995, nell’indagine “Glass” sull’appalto e i costi secondo l’accusa “gonfiati” per la realizzazione del nuovo ospedale di Marsala.
Un conto che ammonta a quasi cinque milioni e mezzo di euro da versare all’Asp di Trapani a titolo di risarcimento danni. La sentenza del Tribunale civile di Marsala (giudice Francesco Paolo Pizzo) è provvisoriamente esecutiva. Anche nel caso in cui fosse impugnata per andare in appello.
I sei condannati, quindi, entro dieci giorni dalla notifica della sentenza da parte del legale dell’Asp, l’avvocato Salvatore Parisi, devono pagare. Altrimenti, potrebbero scattare i pignoramenti. A dover versare le ingenti somme (l’Asp ha intentato la causa civile dopo la conclusione del lungo processo penale) sono gli imprenditori edili Paolo Pace e Mariano Busetta, l’ex presidente dell’allora Usl 3 di Marsala Aldo Fratelli e tre tecnici progettisti dell’opera, gli ingegneri Paolo Carlo Parrinello e Michele Giglio e l’architetto Franco Operti. Tutti, in solido, devono versare all’Asp di Trapani ben quattro milioni e 990 mila euro. Giglio e Operti, inoltre, sempre in solido, altri 390 mila. I condannati devono, inoltre, pagare anche le spese legali all’Asp (70 mila euro). L’unico a non essere condannato a risarcire il danno all’Asp è stato Gaspare Aleo, geometra del Genio civile. A difenderlo è stato l’avvocato marsalese Salvatore Bilardello. Nel caso di Aleo, è stata anzi l’Asp ad essere condannata: dovrà versare ad Aleo le spese legali sostenute per difendersi nella causa davanti al giudice civile. Sul piano penale, nel dicembre 2003, la Corte di Cassazione annullò, senza rinvio, parte della sentenza di secondo grado. Cassò diverse imputazioni, rinviando indietro, per un nuovo processo, alcune contestazioni che all’epoca la difesa giudicò come “marginali”. Tanto marginali, però, non dovevano se adesso le conseguenze, sul piano civile, sono state di questa portata.