Il governo Musumeci si blocca dei parchi. Carlo Caputo doveva occuparsi del parco dell'Etna, Domenico Barbuzza di quello dei Nebrodi, Mauro Antonio Scaccianoce di quello dell'Alcantara e Angelo Merlino di quello delle Madonie. All'Ars dall'opposizione e da pezzi della stessa maggioranza si è sollevato un muro e Musumeci va allo scontro chiedendo un parere legale sui poteri che il Parlamento ha sulle nomine fatte dalla giunta.
A fine agosto Musumeci e l'assessore all'Ambiente Toto Cordaro hanno scelto i quattro professionisti a cui affidare l'incarico di presidente dei parchi chiudendo così la lunga stagione del commissariamento.
Legambiente, col presidente Gianfranco Zanna, ha subito segnalato che alcuni dei nominati non avevano requisiti essendo - è la sintesi della critica - solo vicini ai partiti di governo. Critiche appoggiate dal Pd e dai grillini.
Anche Forza Italia però ha mostrato dubbi sulle nomine. In particolare su Carlo Caputo, che avrebbe dovuto guidare il parco dell'Etna. Caputo, ex sindaco di Belpasso, è un professionista vicino al deputato di Diventerà Bellissima (il movimento del presidente) Giuseppe Zitelli. Ma Musumeci non ha accettato il suggerimento degli alleati e ha sottoposto alla commissione Affari Istituzionali dell'Ars le nomine per il previsto parere. E tuttavia già da giorni era chiaro che le nomine sarebbero state bocciate (anche perché la Affari Istituzionali è una commissione in cui il centrodestra non ha la maggioranza). A questo punto Musumeci ha ritirato le nomine. Suscitando l'esultanza del Pd, e i dubbi dei grillini che con Gianina Ciancio temono che dietro la retromarcia ci sia il tentativo di «sfuggire alla trasparenza nei confronti del Parlamento». Claudio Fava ha invitato Musumeci a non utilizzare le nomine «come mero collocamento per il proprio personale politico».