Viene approvata in consiglio comunale la mozione proposta dalla consigliera Letizia Arcara sulla presenza del crocifisso in aula consiliare.
Una mozione che non ha trovato il favore di altri consiglieri comunali, la Arcara ne ha fatto invece una battaglia anche personale oltre che di donna di destra, la mozione, dice, nasce dalla reazione nei confronti di un assessore all’Istruzione, quindi Anna Maria Angileri, che si sarebbe allineata al dettato del Ministro Fioramonti che ha sostenuto la non esposizione nelle aule scolastiche del crocifisso.
La Arcara se la prende con il governo: “Cosa c’è da aspettarsi da questo governicchio?”. Secondo la consigliera il crocifisso è simbolo di sofferenza, libertà, amore verso il prossimo e giustizia. Un altro aspetto la consigliera ritiene sia principale: rappresenta la cultura degli italiani.
Un consiglio comunale che oramai non parla più di aspetti essenziali per la città e si aggroviglia sull’esposizione o meno di un crocifisso che fa parte di un culto e di una fede personale e sicuramente da non esibire.
Certo, c’è da chiedersi se l’esposizione di un simbolo non sia strumentale, l’esibizione è vana se non si è conseguenziali. E spesso durante i loro discorsi in aula i consiglieri mancano di rispetto alla città quando fanno venire meno il numero legale, quando non partecipano attivamente ai lavori, quando a casaccio si interessano alle cose solo perché è l’onda da cavalcare al momento.
Eppure un buon cristiano è colui che fa pure il proprio dovere con amore, in questo caso, verso la collettività.
La mozione ha trovato approvazione, nonostante sia stata avversata da altri consiglieri, come Linda Licari che ha apostrofato: “Avrei voluto vederla in piazza quando abbiamo manifestato contro la guerra al popolo curdo”.
Secondo il consigliere dei Cinque Stelle, Aldo Rodriquez, la mozione è strumentale al rallentamento dei lavori consiliari, ricordando anche che il nostro è uno Stato laico e che non si possono imporre i simboli a chi è ateo o devoto ad altra religione: “Lei sta facendo paraculismo elettorale”.
Sui social si è poi scatenata la polemica, la prima a fare una dichiarazione pubblica è Linda Licari, che ha postato su Facebook: “Ateo devoto, si definiva. Strumentalizzò la religione, ma viveva come se Dio non esistesse. Gesù era vicino agli ultimi, era accoglienza, pace, fratellanza. La fede si manifesta con i fatti non con le parole, nè con i simboli. La mia dichiarazione in aula è stata chiara. Non utilizzerò mai la mia religione per fini di propaganda, né potrò sostenere le proposte che si muovono in tale direzione…Mozione mirata a cavalcare l’onda sovranista. Non serve questo alla città, non serve ciò a chi ha bisogno di risposte concrete e di vedere che tra ciò che si PREDICA e ciò che si FA nel quotidiano c’è COERENZA”.
Ironico Daniele Nuccio che non ha partecipato ai lavori d’aula ma si è pure lui espresso sui social: “Grazie alla proposta della collega Arcara ieri il Consiglio Comunale ha trovato la soluzione definitiva a buona parte dei problemi che affliggono la nostra Città. Vi chiederete "si è parlato di porto?", "della crisi dell'Aeroporto"?, "degli agricoltori indebitati?", "della microcriminalità sempre più diffusa?"... niente di tutto questo! La necessità primaria per questa Città, tale da monopolizzare un'intera seduta di Consiglio riguarda l'esposizione del crocifisso a sala delle lapidi. Chiaro, no?”.
Alla fine la mozione ha trovato approvazione ma una cosa si è appurata: i consiglieri sono quasi tutti cattolici praticanti. Amen.