La città di Marsala è ventesima nella classifica pubblicata dal quotidiano La Repubblica per presenza turistica.
Il sindaco Alberto Di Girolamo è orgoglioso del posizionamento, evidenzia il risultato raggiunto sulla sua pagina social di Facebook.
Il dato andrebbe meglio e correttamente analizzato, del resto la posizione guadagnata dalla città è indicata come stazionaria per flusso turistico, ma tra il 2017 e il 2018 si perdono 6,029 presenze.
Nel 2017 si contavano 201,018 visitatori mentre nel 2018 c’è un leggero calo, 195 mila.
Marsala in questa classifica è ultima, al primo posto c’è Palermo, al secondo Taormina, San Vito Lo Capo è settima con quasi 508 mila turisti stimati nel 2018, in decima posizione c’è Castelvetrano con 371 mila presenze, anche qui l’inflessione è verso il basso.
Castelvetrano vanta il Parco archeologico più grande d’Europa con i resti della colonia greca di Selinunte.
L’isola di Favignana è diciottesima, le Egadi subisco una perdita di presenze numericamente importante, si passa da 217 mila presenze a 203 mila.
In molti sui social si sono avventurati in analisi di marketing, la colpa della riduzione del flusso turistico viene scaraventata in massima parte al mal funzionamento dell’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani-Birgi. Ne siamo sicuri?
Se si prende come riferimento la città di Castelvetrano e l’area di Selinunte i dati dicono il contrario, chi arriva lo fa in auto passando per la A29 arrivando da Palermo, il dato è in controtendenza.
Il sindaco si dice molto soddisfatto, è pur vero che non ci sono state in queste anni attività strategiche di marketing turistico, slegate dalla logica aeroportuale, affidando di fatto lo sviluppo del territorio ai voli presenti da e per l’aeroporto di Birgi.
Eppure la tassa di soggiorno, che è una tassa di scopo, dovrebbe servire proprio a mettere in campo tutte le azioni necessarie per lanciare e fidelizzare il brand del territorio. Sarebbe più utile, attraverso una operazione di trasparenza, capire se la tassa di soggiorno è stata versata alle casse comunali e che uso ne è stato fatto da parte dell’Amministrazione?
Il turismo non è solo questione di aeroporto in prossimità del territorio, si pensi a Taormina, a Cefalù non hanno una aerostazione vicina, eppure pullulano di presenze sia in estate che in inverno. (Qui tutti i dati della provincia di Trapani)
E’ necessario che l’offerta turistica sia completata dai servizi offerti, fatta di trasferimenti, di bus navetta, di cartelloni estivi e teatrali, di eventi di rilievo, di sponsorizzazioni fatte all’estero anche con la presenza a fiere di settore, non ovviamente con la partecipazione sotto data.
Il dato da evidenziare è come Campofelice di Roccella, nel palermitano, ai piedi delle Madonie, meno di 8000 abitanti, sia al quattordicesimo posto, premiata dalla bella costa e dal mare.
Degli studi di settore hanno identificato come attrattivi tutti quei luoghi che hanno qualcosa da comunicare, una sorta di narrazione della città caratterizzata da un marketing urbano diffuso attraverso una pubblicità identitaria dei luoghi.
Del ventesimo posto per Marsala c’è poco da rallegrarsi. Una città è accogliente se civile, se capace di garantire a tutti, anche, soprattutto ai disabili, spazi adeguati di movimento, attrattive culturali e spensierate, luoghi sicuri, negozi aperti, collegamenti con le spiagge ogni trenta minuti e in mezzi funzionali.
Senza volersi inoltrare troppo questo sarebbe l’abc del turismo.
A difendere l'amministrazione comunale solo la consigliera Linda Licari: "Una top 20 è una classifica, vuol dire le prime 20 città della Sicilia su 390, ad aver il più alto numero di presenze turistiche. Eppure anche questa pubblicità e promozione che fa un quotidiano nazionale viene letto negativamente da qualche cittadino marsalese. Le presenze turistiche non dipendono dalla grandezza di una città, ma dai siti storico-culturali da visitare, dall’ampiezza delle spiagge e relativa presenza di abitazioni sulle stesse, da strade pedonali nel centro storico, dalle riserve naturali mantenute e rispettate per ciò che sono, “Riserve”, dal senso di civiltà dei cittadini nel rispetto dell’ambiente e del territorio. Le presenze cresceranno quando capiremo tutti che il nostro bene e le nostre comodità personali sono subordinate al bene comune e anche alla rinuncia di qualche privilegio".