Nell'operazione antimafia di oggi i carabinieri del Ros, del Comando provinciale di Trapani e i finanzieri del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo hanno arrestato tre persone.
Ai domiciliari, ma solo per ragioni di età, finisce l’ex avvocato Antonio Messina, 73 anni, che viveva ormai a Bologna Custodia cautelare in carcere per Giacomo Tamburello, 59 anni, e Nicolò Mistretta, di 64. Sono tutti originari di Campobello di Mazara e pluripregiudicati per traffico di droga. Dal 2013 al 2018 avrebbero importato grosse quantità di hashish lungo la rotta Marocco-Spagna-Italia.
Gli investigatori hanno intercettato Messina, anziano massone, mentre parlava con Giuseppe Fidanzati, solo indagato nell'inchiesta. Si tratta di uno dei figli di Gaetano Fidanzati, boss dell’Acquasanta, oggi deceduto, che aveva fatto di Milano la sua seconda città e la base operativa dei traffici di droga. Anche il figlio Giuseppe ha fatto i soldi con la droga. Nel 2013 ha finito di scontare una condanna a ventuno anni di carcere.
I due facevano riferimento ad un “ragazzo” di Castelvetrano, identificato in Francesco Guttadauro, il nipote del cuore del latitante, a cui erano state fatte “le scarpe”. Era stato arrestato perché costretto ad esporsi vista l'assenza di Matteo Messina Denaro. Mentre parlavano i carabinieri del Ros registravano. Fidanzati si diceva sicuro che qualora “don Matteo” fosse stato presente non gli sarebbe accaduto quell'incidente di percorso.