Il consiglio comunale di ieri pomeriggio si è tradotto in un atto di accusa nei confronti del sindaco Alberto Di Girolamo.
Il Primo Cittadino non ha dato risposte, non è riuscito a curare l’ordinaria amministrazione e adesso, secondo molti, corre ai ripari puntando il dito contro le amministrazioni passate, dai debiti fuori bilancio alle mancate grandi opere.
Il sindaco è rimasto da solo. Chi governa è sempre impopolare ma quello che è successo è desolante.
I consiglieri del Partito Democratico, ad eccezione di Antonio Vinci e Angelo Di Girolamo, sono stati estremi difensori dell’operato del sindaco Di Girolamo. Oggi si assiste, per mere opportunità politiche di riciclaggio alle prossime elezioni, ad uno stravolgimento, tutti contro il sindaco.
Si sono svegliati dal lungo sonno (vedi cosa fa una campagna elettorale...) e si sono scoperti oppositori dell' amministrazione. La faccia però è la stessa, sono gli stessi consiglieri che presumibilmente verranno rieletti perché i voti si contano come le lampadine e le buche davanti casa.
Il sindaco è partito con 18 consiglieri di maggioranza, si ritrova con Linda Licari e Luana Alagna.
Duro l’intervento di Antonio Vinci, che esprime il voto contrario al rendiconto del 2018, contro gli ex compagni di partito che hanno voluto la sua testa da capogruppo sol perché in una direzione di partito chiese, insieme ad altri, una verifica di giunta. Oggi gli stessi elementi del partito, che allora si schierarono a difesa del sindaco e di tutta la giunta, si ritrovano ad attaccare il sindaco. L’appello finale di Vinci: “Sindaco, si candidi”.
Si sono irrigiditi i colleghi di partito, in particolar modo Calogero Ferreri, che si è sentito offeso da Vinci per aver tacciato i consiglieri del Pd di “sciacallaggio politico e di aver distrutto la politica a Marsala”. Ferreri ha tirato in ballo perfino l’onorevole Baldo Gucciardi: “Rimando indietro l’accusa che mi è stata mossa da Vinci, la rimando a lei e al suo ex amico Baldo Gucciardi”.
L’analisi asettica di questi cinque anni targati Pd, firmati Alberto Di Girolamo, la fa il consigliere Daniele Nuccio: “non è stato fatto nulla per la Riserva dello Stagnone, chiedendo magari l’acquisizione della stessa, il consiglio comunale ha poi votato all’unanimità la bocciatura del progetto Acquasal”.
Tutti atti che l’amministrazione ha deciso di non prendere in considerazione. Secondo Nuccio è venuta meno la lealtà tra l’amministrazione e il consiglio comunale, sottolineando che governare è tutt’altra cosa. Manca, sempre secondo Nuccio, l’onestà di ammettere che la città è sporca contestualmente alla incapacità di ascolto e di comunicazione, senza alcuna visione per Marsala.
Alla fine di ogni filippica e non si sa quante repliche per i consiglieri comunali l’atto del rendiconto di gestione del 2018 viene approvato con 13 voti favorevoli e 5 contrari.
Al termine della votazione il sindaco ha voluto dire la sua rispondendo a Vinci: “non ci sarebbero più i partiti, mancano i contenitori in cui poter progettare i Comuni. Tanti i progetti presentati – dice - da questa amministrazione che ha avuto la capacità di intercettare tanti finanziamenti europei”. Si sofferma sui 13 milioni di euro di debiti fuori bilancio e accusa Vinci di averne avuto conoscenza fin da quando era assessore al bilancio della giunta Giulia Adamo.