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22/11/2019 06:00:00

Niente G20 per Di Maio. Oggi in Sicilia, da Castelvetrano parte il tour “maltempo”

 Parte dalla Sicilia Luigi Di Maio, nella sua nuova strategia di comunicazione del Movimento 5 Stelle.

E lo fa da Castelvetrano, prima tappa dei 13 appuntamenti in programma per questo fine settimana, dedicati alle zone “recentemente colpite dal maltempo. Siamo in prima linea – ha affermato il ministro degli Esteri - per dare risposte concrete a chi ha bisogno di aiuto”.

Certo, Castelvetrano più che dalle alluvioni, è stata messa in ginocchio da un commissariamento durato due anni (in seguito ad infiltrazioni mafiose durate molto di più) e da un dissesto finanziario  lacrime e sangue con una riscossione dei tributi che non riesce a decollare.

 

Le ultime piogge sono state soltanto la ciliegina sulla torta che, tra l’altro, ha provocato la chiusura del porto della vicina frazione di Marinella di Selinunte.

Una barriera di alghe all’imboccatura impedisce alle imbarcazioni sia l’entrata che l’uscita ed i pescatori esasperati sono andati dal sindaco 5 Stelle Enzo Alfano, perché facesse qualcosa.

Mostreremo al Ministro le condizioni del porto di Selinunte e le relative problematiche – dice il primo cittadino – e sarà mia premura informarlo delle inevitabili criticità che vive il nostro comune dopo il dissesto finanziario, per cercare soluzioni comuni”.

 

Ma che quella di Di Maio non sia una visita istituzionale è evidente.

Diversamente sarebbe venuto Sergio Costa, il ministro dell’Ambiente che pochissimi giorni fa ha annunciato uno stanziamento di 6,5 miliardi di euro nei confronti di tutti i comuni italiani per la prevenzione sui rischi causati dal maltempo, perché “l’emergenza – ha sottolineato - è figlia di una prevenzione non fatta”.

Il tour di Di Maio, invece, ha tutta l’aria di essere figlio di una leadership in declino, che ha bisogno della presenza fisica tra la gente, proprio come sta facendo Salvini con i suoi elettori.

E allora, se Salvini va a Venezia, lui va in Sicilia a visitare Licata e gli altri comuni che hanno subito i danni del maltempo, perfettamente in linea con il mantra social che da un po’ recita che “non si può parlare solo di Venezia, dimenticandosi del sud”.

 

Eccole quindi le tappe del tour.

Oggia alle 16 sarà a Castelvetrano, alle 17,30 a Sciacca, alle 19,30 a Porto Empedocle e alle 20,30 ad Agrigento.

Sabato alle 9,30 sarà a Licata, alle 13 ad Ispica, alle 15 a Ragusa, alle 17,30 a Rosolini/Noto e alle 20 ad Augusta.

Domenica invece sarà la volta di Grammichele alle 10,30, di Acireale alle 14, di Leonforte alle 17 e di Valguarnera Caropepe alle 19.

 

Poco importa se è il ministro degli Esteri ed in queste ore c’è il G20 in Giappone.

Al suo posto, a discutere anche di cooperazione con l’Africa, andrà la sua vice Emanuela Del Re (“tanto lo fa anche la Francia”).

Si dirà, ma l’unico incontro importante è quello al quale partecipano i ministri dell’Economia. Invece no, perché da un paio d’anni ci sono i meeting in cui si incontrano anche i responsabili della politica estera. Lo ha fatto, da ministro degli Esteri anche Angelino Alfano, a Bonn nel 2017 e a Buenos Aires nel 2018.

Ma Alfano non aveva più grandi velleità elettorali, dal momento che il suo Ncd era già arrivato al capolinea.

Per Di Maio è diverso.

 

E per nascondere meglio questo suo cammino di ricostruzione propagandistica, il capo dei 5 Stelle spiega che oggi non poteva mancare ad “un importante Consiglio dei Ministri sullo stato di emergenza nei comuni siciliani colpiti da maltempo, che ha causato due morti”.

Oltre ad un cruciale vertice di maggioranza sulla riforma del MES (il Meccanismo Europeo di Stabilità). Riforma prima criticata da Salvini (“Il sì alla modifica del MES sarebbe la rovina oer milioni di italiani e la fine della sovranità nazionale”) e, a ruota, da Di Maio (“Una riforma del MES che stritola l’Italia non è accettabile”).

Anche se i principi su cui si basa la riforma, che al di là degli slogan è complicata da spiegare ai non addetti ai lavori, erano stati già approvati dai governi europei: compreso il governo Conte, nel 2018, quando Salvini e Di Maio erano alleati in maggioranza. Così come i dettagli sono stati approvati nel giugno 2019, sempre con la stessa alleanza.

 

Siamo sicuri che gli elettori stiano chiedendo ad un capo politico di delegare al proprio vice la rappresentanza in un tavolo importante come quello del G20?

Forse sì.

L’Italia ha sempre fatto fatica a percepirsi più ampia dei suoi confini nazionali.

Per esempio i sindaci, soprattutto al sud, di fronte ad opere pubbliche di dubbia utilità finanziate dalla Comunità Europea, hanno sempre tenuto a precisare che “sono a costo zero per le casse comunali”. Come se i soldi dell’Europa non fossero anche quelli frutto delle proprie tasse.

 

E dunque, l’unica cosa che rimane da fare per riconsolidare la leadership di Di Maio nei 5 Stelle, è ricominciare dal maltempo.

Piove, governo onesto!

 

Egidio Morici