Matteo Salvini è andato a Bologna per sostenere la candidata della Lega e della coalizione del centrodestra alla presidenza della Regione, Lucia Borgonzoni, e la città ha risposto con la folla delle ‘sardine’ che hanno cantato Bella Ciao.
Mentre l’ex ministro dell’interno a fatica riempiva il PalaDozza, in Piazza Maggiore oltre diecimila persone si sono ritrovate per una manifestazione di protesta , strette come sardine.
La sardina è il simbolo scelto dagli organizzatori dell’iniziativa( Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa, autori anche del manifesto pubblicato su facebook di questo movimento di protesta nato dal basso), sono quattro e il loro slogan è “Bologna non abbocca”.
La stessa scena si è ripetuta a Modena. Erano in settemila in piazza Grande , davanti alla torre della Ghirlandina simbolo della città.
Proprio in quell’occasione uno dei quattro inventori delle sardine disse: <<Salvini ha dovuto dire che è più forte in altri luoghi , non a Bologna o Modena. Sappia che ovunque andrà , d’ora in poi , troverà una rete di ragazzi organizzati per rispondere pacificamente e col sorriso>>.
Le sardine e la loro ironia hanno preso il largo e infatti sono arrivate pure a Palermo.
Ieri a piazza Verdi, davanti al Teatro massimo, non c’erano i quindicimila del capoluogo emiliano ma gli organizzatori sotto lo slogan “Palermo non si lega” sono riusciti a portare in piazza oltre cinque mila persone.
L’adesione all’iniziativa è stata trasversale. C’erano attivisti delle associazioni antirazziste e antifasciste ,gli operatori delle comunità per migranti, studenti universitari dell’area di centrosinistra e anche qualche parlamentare regionale che si è mischiato tra la folla. Si è visto pure il sindaco Orlando che si è messo a cantare Bella Ciao. I politici sono stati banditi dalla piazza( << chi è qui lo fa solo a titolo personale, non vogliamo esponenti di partiti>>, hanno detto gli organizzatori>>).
Il segnale indubbiamente c’è stato, bisognerebbe ricordare però che le piazze non sono le urne e il rischio che l’Emilia Romagna passi al centrodestra è concreto ( Bologna ha conosciuto la sindacatura di Guazzaloca, non esattamente un comunista).
Proprio venerdì con il 70% dei voti la base del Movimento cinque stelle si è schierata contro la ‘pausa elettorale’ auspicata da Di Maio.
I cinque stelle quindi correranno in Emilia anche se ancora non c’è un candidato e la loro campagna elettorale non è iniziata mentre Salvini e Bonaccini sono in giro da un pezzo.
Se Bonaccini dovesse perdere per pochi voti e i 5 stelle riusciscissero a raccoglierne qualcuno in più di quelli che verrebbero a mancare al governatore uscente ci ritroveremmo la Borgnonzoni alla guida dell’Emilia Romagna, la regione ‘rossa’ per eccellenza. L’alleanza pd-cinque stelle a questo punto diventa fondamentale.
Altrimenti prepariamoci ad un selfie di Salvini che si mangia un bel piatto di pasta con le sarde.
Il rischio di assistere a questa scena è concreto, con buona pace del, comunque ammirevole, popolo delle sardine.