La Regione Siciliana è ferma, non ci sono le tante annunciate riforme, in compenso si parla già di elezioni per il 2022.
Cambia l’assetto all’ARS, il Pd perde pezzi e viene costituito il gruppo di Italia Viva, che mette dentro sia ex Pd che gli ex di Sicilia Futura, uomini di territorio.
Forza Italia con il suo commissario, Gianfranco Miccichè, che è anche presidente dell’Assemblea regionale, ha ammorbidito i toni verso la Lega, si ritrovano uniti con un centrodestra pronto ad indicare il prossimo candidato presidente delle Regione, e potrebbe non essere l’uscente Nello Musumeci.
Dal canto suo la Lega di Matteo Salvini è certa di poter indicare un leghista alla presidenza.
In politica anche poche settimane sono un’era, gli equilibri non sono stabili di fronte ad un elettorato sempre più fluido e meno ideologico.
La campagna elettorale è un’ottima arma di distrazione di massa, non accende i riflettori su quanto ancora alla Sicilia manchi per essere terra normale.
Tuttavia la Lega è destinata a crescere nei consensi, molti forzisti sono in rotta con Miccichè e virano verso Salvini, qualcuno lo ha fatto con la Meloni, come il sindaco di Catania, Pogliese.
Anche per le amministrative della primavera del 2020 i leghisti sono organizzati, non camufferanno il loro simbolo con uno civico e sono certi di poter esprimere il proprio candidato sia a Messina che a Marsala.
Insomma, Miccichè ha dovuto fare i conti con la forza dei numeri e quella degli azzurri è in ribasso, sia a livello nazionale che regionale, crescono invece sia la Lega che Fratelli d’Italia, i partiti politici messi insieme arrivano quasi al 50% .
La Lega è il primo partito del Paese con il 33,1%, il partito della Meloni è al 10,1%, Forza Italia è al 6%.
Perde consensi il Pd che si attesta al 18,1%, il Movimento Cinque Stelle è al 16,5%, Italia Viva è al 5,5%.