Natale Amoroso, presidente dell'organizzazione dei produttori della pesca di Trapani, il mercato del pesce potrebbe tornare nella sua sede storica, nella “chiazza”, cosa ne pensa?
Qualsiasi cittadino amerebbe questo trasferimento, ma bisogna capire che si potrebbe andare incontro a diverse problematiche, sia di tipo sanitario che gestionale della struttura stessa. Si potrebbe ripetere il problema che già si è verificato con l'attuale struttura, ossia trovare l'ente che andrà a gestire il mercato. Questa è una difficoltà che c'è sempre stata. Non è tanto la gestione del mercato, ma tutti i servizi connessi. Non si è mai riusciti a trovare la quadra su questo.
A suo tempo lei è riuscito a fare un mezzo miracolo...
Ai tempi della vecchia amministrazione eravamo riusciti a creare un consorzio per la gestione della struttura con tutti gli operatori d'accordo. Poi quando tutto doveva diventare operativo ci siamo scontrati con la burocrazia, perchè ci hanno detto che il tutto doveva passare per un bando di gara per allargare a chi non avesse avuto la possibilità di partecipare al consorzio. Però bisogna precisare che al consorzio che avevamo creato partecipavano tutti gli operatori del settore. Quello fu un treno perso.
Ci sembra di capire che lei sia un po' scettico sullo spostamento del mercato del pesce. Perchè?
Sono molto scettico. E' vero che in altre città ci sono mercati del pesce in strutture simili, ma ci sono da anni, e lo spostamento potrebbe richiedere a Trapani dei problemi importanti.
Al mercato di via Cristoforo Colombo ci sono molte criticità, però, che lamentano gli stessi operatori.
Sì, perchè nel tempo sono stati fatti più bandi per l'assegnazione dei posti. C'è tanta confusione e noi stessi operatori non ci stiamo capendo nulla. Ora ho sentito che la giunta comunale sta modificando il regolamento abbassando l'importo dell'affitto del banchetto. Ma questa, secondo me, non è la soluzione del problema. Gli operatori hanno sempre voluto che quella struttura fosse controllata e servita, a costo di pagare anche mille euro l'anno. Non è il problema quanto paghi ma avere i servizi. Abbiamo bisogno di più controlli, di pulizia.
Qual è lo stato di salute della marineria trapanese?
E' una marineria che soffre tanto. Intanto perchè sobbarcata da regole europee molto stringenti. Si trovano molto a disagio nel rispetto delle stesse, sia in mare che in terra. Avere un peschereccio non è più come 30 anni fa. Adesso anche a terra, una volta sbarcati, ci sono regole stringenti su etichettatura e altro, e soprattutto se non si hanno le strutture idonee per sostenere queste documentazioni non si ha dove andare. Il nostro rammarico è che sin dall'insediamento di questa nuova amministrazione comunale, guidata da Tranchida, c'era la possibilità di sviluppare un progetto importante sia per il mercato all'ingrosso che per quello al dettaglio. Ma i pescatori sono stati abbandonati. Sull'ingrosso il progetto europeo è stato letteralmente ammazzato, ed era invidiato da tutta Italia. Ci troviamo gli operatori che vendono sulla barca, la norma glielo consente. Dal primo gennaio entrerà in vigore lo scontrino elettronico, e mi immagino tutti questi operatori che sulla barca dovranno andare a staccare questo scontrino elettronico con tutte le difficoltà del caso. Non abbiamo capito cosa voglia fare questa amministrazione. A marzo, in una riunione in Capitaneria, il sindaco ci disse che in dieci giorni avrebbe risolto tutto. E' una situazione drammatica.