La mancanza di medici, da impiegare presso le strutture pubbliche, è un problema che si è manifestato adesso ma che era prevedibile. I concorsi sono stati indetti, la stessa Asp di Trapani sta facendo un eccellente lavoro grazie alla guida del manager Fabio Damiani. Eppure non basta, a molti di questi concorsi i candidati che si sono presentati erano in numero inferiore a quelli previsti, nessuno in neonatologia.
Per tentare di portare una pediatra in forza all’azienda trapanese sono stati fatti salti mortali: la dottoressa ha rinunciato, meglio la struttura privata. Questo ovviamente crea un calo nella qualità dell’assistenza.
Che succede? Gli ospedali sono in sofferenza, l’età media dei medici è di 55 anni, molti sono già andati in pensionamento, i giovani medici scarseggiano. Perché? Molti di questi scelgono le strutture private, altri vanno all’estero. Il problema della sanità italiana è un imbuto: pochi specializzandi in determinate branche.
Andrà sempre peggio, il sindacato dei medici, ANAAO Assomed, prevede che entro il 2025 ci saranno 16.700 medici specialisti in meno su scala nazionale, i reparti che ne risentiranno di più saranno oltre ai pronto soccorso anche la rianimazione, la chirurgia generale, la medicina interna, la pediatria. Le regioni italiane che risentiranno di questa carenza di organico saranno la Sicilia con meno 2.251 medici, a seguire il Piemonte, Lombardia, Toscana, Puglia.
Tanto che in molte regioni per ovviare a questa situazione si è pensato di offrire dei contratti a tempo determinato ad alcune categorie di medici, già pensionati o stranieri.
La situazione si è determinata sostanzialmente per due motivi: il blocco della spesa sanitaria, correva l’anno 2007, che di fatto ha impedito di fare nuove assunzione presso il SSN, la previsione numerica delle borse di studio per gli specializzandi è risultata inferiore rispetto alle esigenze delle aziende ospedaliere. Il problema, pertanto, non è il numero chiuso della facoltà di medicina ma la fase successiva legata alla specializzazione, verosimilmente ci sono tanti medici abilitati che non riescono ad accedere alla seconda fase della carriera.
I reparti ospedalieri oggi che soffrono di carenza di organo sono i pronto soccorso, le ortopedie, le pediatrie, per non parlare degli anestesisti.
Le ore interminabili di attesa al pronto soccorso spesso sono snervanti per il paziente, che è anche dolorante, ma è pur vero che l’equipe di medici è ridotta a poco personale e deve pure gestire, spesso, traumi che andrebbero presi in carico dagli ambulatori di base.