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30/12/2019 06:00:00

Le liti in consiglio, la compostezza di Di Girolamo. Il 2019 della politica marsalese

 Siamo sul finire dell’anno, un 2019 che passerà la palla a nuovi impegni politici a Marsala.


Il 2020, anno bisesto, sarà l’anno della campagna elettorale a Marsala, maggio dovrebbe essere il mese in cui i cittadini saranno chiamati al voto. Tanti i volti che da settembre ad oggi si sono presi la scena, hanno paventato candidature, hanno scommesso anche con coraggio su se stessi.
Ma come ogni fine dell'anno è tempo di tirare le somme. E cercare di rispondere alla domanda: Che 2019 è stato per la politica marsalese?
L’amministrazione ha fatto del suo, il sindaco Alberto Di Girolamo ha rincorso i fondi europei, ha lavorato e ottenuto vari finanziamenti, comodo dietro la sua scrivania non c’è mai stato.


Ha incassato diversi colpi, sempre con garbo e con altissimo profilo istituzionale. E di questi tempi non è facile. Gli attacchi sono stati diversi, dentro e fuori i palazzi, c’è una compostezza di fondo che accompagna l’uomo Di Girolamo, che certamente può essere giudicato sul suo operato politico ma sul bon ton potrebbe dare lezioni a tanti. E di gentilezza questa città ha bisogno.


Ha amministrato e governato senza mai mettere in discussione la figura dei suoi assessori, non cedendo alle richieste dei partiti e delle liste che hanno contribuito ad eleggerlo ma che lo hanno lasciato solo pochi mesi dopo.
Non cambiare assessori non sempre è stata una scelta giusta, alcuni settori dovevano essere attenzionati meglio e con più vigore. Non ci sono state le corrette e attese politiche per l’agricoltura, per il verde pubblico, per il turismo, né quelle animaliste.
Le strade sono ancora un colabrodo, si fa a slalom per evitare buche e rotture. Sulla cultura si poteva e doveva fare di più, troppo spesso relegata a nicchia.

La comunicazione mancata con la città è stata la menomazione di questa amministrazione, chiusi a riccio dentro il quartiere spagnolo, presi dalla burocrazia dimenticandosi che la città è fatta di persone.
Ad equilibrare la situazione l’assessore Rino Passalacqua, carattere socievole e sorridente, più volte si è soffermato in strada a parlare e incontrare i cittadini. Perché se la politica non mostra il suo volto umano ha già sbagliato via.

Questa amministrazione paga lo scotto di un piano di raccolta differenziata che non è stato compreso e accettato dai cittadini, anche qui il vicesindaco, Agostino Licari, non ha mai spiegato abbastanza che la responsabilità di gravi inefficienze fossero tutte della ditta che effettua la raccolta, della situazione siciliana al collasso da anni.


Si è dato per scontato quasi tutto,
dimenticando che la parola è il mezzo più potente per arrivare dentro le case dei cittadini. Si sono arroccati in una posizione di comando che li ha fatti scollare dalla città intera e dal consiglio comunale. Il 2015, l’anno dell’elezione di Di Girolamo, la maggioranza in sostegno del sindaco era bulgara, molti consiglieri hanno cambiato rotta nel giro di qualche mese.


La frattura tra consiglio e amministrazione è insanabile,
molti sono già in appoggio ad altri candidati sindaci.
Che consiglio è stato? Non c’è stata l’opposizione, in aula più volte si è sentito “votiamo gli atti per senso di responsabilità verso la città”. Nessun consigliere è identificabile come una figura forte di opposizione, hanno fatto un colpo al cerchio e uno al “timpagnu”.
Non hanno rispettato l’aula, hanno iniziato le sedute quando volevano non tenendo mai l’indicazione dell’ora di convocazione, hanno urlato contro i bilanci e poi li hanno votati.


Il presidente del consiglio comunale, Enzo Sturiano, si è spesso lasciato trascinare dal suo ruolo di oppositore non garantendo l’equilibrio che la seconda carica della città impone.


La difesa dell’amministrazione a Sala delle Lapidi è stata lasciata a tre consiglieri comunali, talvolta gli interventi sono stati imbarazzanti, al limite di uno zerbino. Eppure l’essenza della politica dovrebbe essere quella di analisi e sintesi della situazione, non battagliare per partito preso.


C’è grande attesa per questo 2020
che porterà la città al voto, gennaio sarà il mese in cui le linee dei partiti saranno più chiare.
La comunità ha bisogno non di un capo politico ma di chi sa governare con fatti, azioni, concretezza, gentilezza. La componente caratteriale è importante, i sorrisi non hanno mai fatto male a nessuno.