Nello studio romano di Petroni, davanti ad una tazza di caffè, Giorgio Heller, fino ad allora presidente del Trapani calcio anche se ormai indesiderato, è stato fatto definitivamente fuori.
Per Heller era arrivato il momento, dopo una guerra intestina , di uscire di scena per dare spazio in seno alla società granata a persone “che incarnino la sicilianità”. Così gli è stato detto e così lui ha raccontato, questa sera, nel corso di una conferenza dove il presidente defenestrato ha ricostruito i suoi sette mesi alla guida del Trapani.
E ad incarnare la sicilianità sono Giuseppe Pace, presidente della Camera di commercio ed ora il numero uno del sodalizio, e l’editore Massimo Marino.
I volti nuovi del nuovo Consiglio di amministrazione che è stato ricomposto dopo le dimissioni di quattro componenti ritornati, però, al proprio posto dopo la “decapitazione” di Giorgio Heller.
“Le dimissioni? Un escamotage – dice l’ex presidente - perché non c’è stata una giusta causa. Diciamo che
dopo la fase di isolamento si è passati, nei miei confronti, alla fase di soppressione. Il presidente Pace? Non posso giudicare perché non lo conosco”.
Ma quando Heller disse: “Se Pace porterà liquidità sono il primo ad alzarmi e ad andarmene”, apriti cielo!
Le affermazioni sono state ritenute lesive dell’immagine del Trapani. Ergo, le dimissioni di quattro consiglieri, Cda sciolto ed Heller fuori dai giochi.
“Quello che è accaduto in questi giorni – dichiara Giorgio Heller – mi ha provato come persona, come imprenditore e come cittadino di Trapani perché io mi considero tale e da questa città voglio andarmene con onore per il mio attaccamento e per la mia passione”.
Ma perché è stato dato il benservito all’uomo che, questa estate, salvò una società che non era nemmeno in grado di iscriversi al campionato? “In questi mesi, pochi, è emerso – sostiene Heller – il personalismo di Petroni e la sua invadenza. Piano piano è iniziato il mio isolamento. Cambiano dirigenti e consulenti. I tre acquisti per rinforzare la rosa vengono fatti con contratti sottoscritti extra-budget. Convoco il Cda per esaminare la situazione finanziaria. Certe cose non venivano gestite in maniera chiara. Lascio la presidenza con amarezza e con la consapevolezza che ci sono problemi che io ho portato a conoscenza del Cda”.
Nel mondo del calcio, cambiano i presidenti, cambiano i giocatori ma le società, che sono patrimonio dei tifosi, restano. Il Trapani andrà avanti, ma quale sarà il suo futuro?
Il cambio di rotta rappresenta davvero la svolta?