Salvatore Ombra presidente di Airgest, società che gestisce i servizi dell’Aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi. Tre indizi fanno una prova e noi ne abbiamo addirittura di più sulle intenzioni dei Cinque Stelle di far chiudere l’aeroporto di Trapani. Le indagini che coinvolgono Airgest partono proprio dalle denunce dei grillini e ci sono i sindaci Campo e Alfano (Pantelleria e Castelvetrano) che dicono di voler indietro i soldi, e che addirittura si vorrebbero costituire parte civile nel processo che si dovrebbe tenere nei confronti dei vertici di Airgest di ieri e di oggi e sullo sfondo ci sono anche gli aiuti di Stato ad Alitalia e l’idea dei Cinque Stelle di allontanare e disincentivare Ryanair dal territorio italiano. Qualche giorno fa, incontrando a Birgi gli assessori regionali alle Infrastrutture Marco Falcone, alle Attività Produttive Mimmo Turano e al Turismo Manlio Messina, riguardo alla posizione del movimento Cinque Stelle, lei, Ombra, ha detto che siamo la barzelletta d’Italia, ne è ancora convinto di questo?
Assolutamente sì, Ryanair trasporta milioni di passeggeri in Italia e non li trasporta solo da Trapani. A Bergamo otto milioni, a Palermo tre milioni, ha costituito basi ovunque sul territorio nazionale e 86 basi in Europa. Se si cerca sul web aiuti di Stato a Ryanair compare Trapani, degli altri aeroporti non se ne parla ma tra l’altro sulla vicenda processuale il co-marketing non c’entra nulla, non è mai stato messo sotto accusa.
L’indagine che riguarda i 15 indagati, tra cui lei Ombra, è relativa al mancato versamento delle addizionali e l’iscrizione al bilancio del co-marketing.
Questo è un processo fortemente tecnico che riguarda in Italia solamente 32 persone per quanti sono gli aeroporti e devo dire che è di difficile comprensione.
Qualcuno cerca di venderlo come il processo al co-marketing.
Assolutamente no. Nessuno si è mai messo un centesimo in tasca e nessun centesimo è stato mal utilizzato. Le azioni condotte sono state messe in campo per salvare lo scalo.
Perché c’è tutta questa attenzione su Airgest e sugli altri aeroporti no? Palermo spende 16-18 milioni di euro per il co-marketing.
70 milioni paga Bergamo, 6 milioni Perugia, 50 milioni in tre anni ha dato la Regione Puglia. Il concetto primario è sempre quello di sviluppare le attività del territorio. Purtroppo la Sicilia sconta 50 anni di arretratezza infrastrutturale, è chiaro che gli aeroporti rimangono fermi. Se oggi abbiamo biglietti talmente cari e potremmo attrarre nuovi passeggeri per circa dieci milioni di possibilità gli aeroporti vanno sviluppati, e i due più piccoli, l’aeroporto di Trapani e Comiso non sono alternativi ma devono essere complementari ai due grandi aeroporti, ricordiamo che Catania e Palermo hanno già raggiunto la loro saturazione. Devo dire che abbiamo fatto appena insediato una riunione con Catania e Comiso per degli accordi commerciali sullo sviluppo delle attività e devo dire che sono ben riusciti, e questo mese di gennaio sarà per noi un mese caldissimo, perché porteremo a compimento una serie di azioni di ulteriore sviluppo e non ci sarà nessuno che potrà fermarci sul lavoro che stiamo facendo per l’aeroporto.
Ombra, c’è una volontà politica sotto traccia che mira alla chiusura dell’aeroporto di Birgi, perché sono tanti anni che si va avanti così in questa incertezza continua. Qual è il destino di questo aeroporto?
Se c’è un progetto di chiusura dell’aeroporto certamente non è volontà di una certa politica. Il presidente della Regione ha puntato sull’uomo e allo sviluppo dell’aeroporto e del territorio trapanese. C’è dunque una parte della politica che non vuole la chiusura, ci può essere chi vede una minaccia nell’aeroporto di Trapani, ma non possiamo fermarci davanti a questo. L’aeroporto di Trapani è indispensabile non soltanto per un principio turistico, che ha già una sua valenza, ma anche per una necessità del territorio stesso. Noi dobbiamo affrontare viaggi in termini economici e in termini di tempo che al momento non sono uguali con i nostri pari del Nord Italia, se si sviluppa l’aeroporto si riequilibra un po’ il tutto. Devo dire che abbiamo grande riscontro e seguito da parte della gente, mi piacerebbe che ci seguisse anche tutta la politica e tutto il territorio. Avremo dei risultati importanti con la Summer 2020, ne sono stati confermati una decina, nella Winter 2020 partiranno ulteriori nuovi rotte. Partiremo con nuovi progetti sull’aeroporto e con la possibile creazione di una nuova base logistica su Birgi. Insomma, io voglio riportare il nostro aeroporto alle stesse condizioni in cui lo avevamo portato nel 2012.
Ombra, lei ha capito come il viceministro Cancelleri vuole risolvere il caro voli da e per la Sicilia?
No, non ci ho capito niente. Io dico solo che se noi avessimo Birgi e Comiso che funzionassero in maniera corretta, questo problema del caro voli non ci sarebbe.
Al momento Ryanair ha un solo volo a Birgi?
Durante il periodo natalizio abbiamo avuto due voli con Bologna e non c’è null’altro. Ryanair aveva deciso di chiudere con Birgi al 28 di marzo, ma ci sono già sette voli programmati di cui tre all’estero, spero di poterne annunciare altri. Ce ne saranno altri, ho fatto la richiesta per altre 10 destinazioni importanti all’estero.
Questo per l’estate, per l’inverno invece contate sui fondi della Regione.
Sì, grazie al contributo messo a disposizione della Regione con i 9 milioni e 351mila euro potremo discutere con Ryanair e con altre compagnie la possibilità di incentivare le rotte. Il problema nasce anche sulla credibilità del progetto. Dobbiamo preparare un piano industriale dell’aeroporto forte e sostenibile che veda il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2021.
Su Birgi abbiamo tre sviluppi. Ryanair è trattativa privata, poi le rotte sociali e, infine, c’è la famosa gara fatta dal Comune di Marsala come capofila ma Alitalia continua a non firmare dopo che ha vinto la gara, perché?
Da quando mi sono insediato ho sollecitato sia Alitalia sia il Comune, si sta attendendo questo incontro. Il Comune attende Alitalia, io ho detto: ma se Alitalia non viene andiamo noi a far firmare e chiudiamo. A questo vanno aggiunte le tratte onorate che partiranno da luglio e che ci vede coinvolti in un progetto grosso e le altre attività collaterali tra le quali la possibilità di una base logistica. Tutto questo fa parte di un piano industriale sul quale stiamo lavorando e che consentirà alla Regione di poter far traghettare l’aeroporto in un mare più tranquillo.
Lei ha posto l’obiettivo di passeggeri nel 2021?
Io ho detto che entro il 2020 Trapani raggiungerà 600-800 mila passeggeri.
Il 2019 con che numeri è stato chiuso?
350mila passeggeri. I dati più bassi dal 2012 ad oggi. L’obiettivo è 1,2 - 1,3 milioni nel 2021 che sono i numeri per raggiungere un equilibrio di bilancio. Trapani ricordiamo ha tagliato sui costi del personale e su questo non posso che ringraziare le 29 persone che sono in cassa integrazione. Abbiamo fatto una razionalizzazione dei costi e abbiamo un presidente che non ha lo stipendio, ma solo da qualche tempo prende un rimborso spese, ma va bene così, perché così deve essere. Intanto dobbiamo sanare l’aeroporto di Trapani, metterlo in assoluta sicurezza e dopo potremo studiare i futuri sviluppi di Birgi.