La Sicilia potrebbe essere pienamente coinvolta nelle conseguenze per l'inasprimento della tensione in Medio Oriente. Ieri c'è stata una manifestazione pacifista vicino la base militare americana in Sicilia a Sigonella.
Un corteo di diverse centinaia di persone ha attraversato le strade antistanti alla stazione militare di Sigonella per pretendere la chiusura di questa base, del Muos e di tutte le installazioni militari sul territorio insulare e peninsulare. Gli attivisti dichiarano: "Di fronte alla recente escalation di tensione fra Stati Uniti ed Iran, era necessario ribadire l’avversità alla guerra imperialista e opporsi all’esistenza delle 113 basi militari statunitensi sul territorio dello stato italiano. Che il drone che ucciso Soleimani sia o meno partito da Sigonella, è assolutamente irrilevante: dalla centralità del Muos per la guerra 3.0 dei droni alla remissività atavica di fronte ai diktat Nato e Usa, lo stato italiano è coinvolto ed è responsabile." Poi rimbeccano il Ministro degli Esteri: "Le goffe posizioni assunte da Di Maio all’indomani dell’attacco iraniano alle basi statunitensi di Erbil e Al-Asad non sono che l’ultima mossa in tal senso. Anche per questo si è voluto porre con forza all’attuale Ministro degli Esteri un aut-aut chiaro ed esplicito: ritiro delle truppe o dimissioni".
Ma la confusa situazione in Libia coinvolge anche la marineria di Mazara del Vallo. Già lo scorso Settembre otto pescherecci che pescavano il gambero rosso sono stati allontanati a colpo di mitraglia. E la guerra civile in Libia rischia di mettere in ginocchio i cento pescherecci. Un nuovo colpo per un'attività da anni in crisi, con le leggi comunitarie che obbligano i pescherecci a stare più di cinque mesi fermi. Adesso in Libia c'è una tregua, ma la preoccupazione per l'immediato futuro è tanta.