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13/01/2020 07:18:00

La Sicilia e i venti di guerra in Medio Oriente. Paura per le conseguenze

 La Sicilia potrebbe essere pienamente coinvolta nelle conseguenze per l'inasprimento della tensione in Medio Oriente. Ieri c'è stata una manifestazione pacifista vicino la base militare americana in Sicilia a Sigonella. 

Un corteo di diverse centinaia di persone ha attraversato le strade antistanti alla stazione militare di Sigonella per pretendere la chiusura di questa base, del Muos e di tutte le installazioni militari sul territorio insulare e peninsulare. Gli attivisti dichiarano: "Di fronte alla recente escalation di tensione fra Stati Uniti ed Iran, era necessario ribadire l’avversità alla guerra imperialista e opporsi all’esistenza delle 113 basi militari statunitensi sul territorio dello stato italiano. Che il drone che ucciso Soleimani sia o meno partito da Sigonella, è assolutamente irrilevante: dalla centralità del Muos per la guerra 3.0 dei droni alla remissività atavica di fronte ai diktat Nato e Usa, lo stato italiano è coinvolto ed è responsabile." Poi rimbeccano il Ministro degli Esteri: "Le goffe posizioni assunte da Di Maio all’indomani dell’attacco iraniano alle basi statunitensi di Erbil e Al-Asad non sono che l’ultima mossa in tal senso. Anche per questo si è voluto porre con forza all’attuale Ministro degli Esteri un aut-aut chiaro ed esplicito: ritiro delle truppe o dimissioni".

Ma la confusa situazione in Libia coinvolge anche la marineria di Mazara del Vallo. Già lo scorso Settembre otto pescherecci che pescavano il gambero rosso sono stati allontanati a colpo di mitraglia. E la guerra civile in Libia rischia di mettere in ginocchio i cento pescherecci. Un nuovo colpo per un'attività da anni in crisi, con le leggi comunitarie che obbligano i pescherecci a stare più di cinque mesi fermi. Adesso in Libia c'è una tregua, ma la preoccupazione per l'immediato futuro è tanta.